di Nicolini Massimiliano
In Italia la povertà educativa non è una statistica: è un circuito che toglie occasioni a bambini e ragazzi — nidi insufficienti, poco tempo pieno, laboratori rarefatti, sport e cultura a singhiozzo, tutoraggi assenti — e che spesso inizia prima dei tre anni. Significa crescere in un territorio dove la scuola non riesce ad aprire varchi: biblioteche chiuse il pomeriggio, palestre inagibili, trasporti scarsi, connessioni lente, costi della mensa che pesano sul bilancio familiare, orientamento ridotto a formalità. È una geografia della possibilità che si accorcia man mano che ci si allontana dai centri maggiori, che si complica quando in famiglia entrano povertà materiale, migrazione, disabilità o lavori precari, e che esplode durante le transizioni critiche (primaria→media, biennio→triennio, scuola→lavoro).
Non è solo questione di device o di “aule nuove”: la domanda corretta non è quante LIM abbiamo comprato, ma quali competenze stanno crescendo, per chi e dove. A contare sono quattro ingredienti che fanno la differenza: tempo (più ore, ma di qualità, con laboratori veri), spazio (ambienti attrezzati e scuole aperte al quartiere), adulti significativi (docenti formati, tutor, mentor e psicologi in rete), traiettorie (orientamento serio, micro‑credential, ponti concreti con ITS e università). Senza questa architettura, l’innovazione resta superficie: banchi modulari e device nuovi, ma apprendimenti vecchi e diseguali.
La definizione di riferimento è limpida: povertà educativa significa impedire ai minori di apprendere, sperimentare, sviluppare e far fiorire capacità, talenti e aspirazioni. È un tema di diritti, non di beneficenza: riguarda l’uguaglianza sostanziale e il diritto allo studio e impatta su crescita economica, salute, legalità, coesione sociale e perfino resilienza del Paese. Quando mancano tempo, spazi, adulti e traiettorie, la scuola smette di essere un ascensore sociale e diventa uno specchio che riflette — e talvolta amplifica — le disuguaglianze di partenza.
Negli ultimi dieci anni il quadro si è mosso in modo irregolare, con segnali di progresso ma anche fratture che si sono allargate con la pandemia. Sul fronte materiale, i minori in povertà assoluta sono saliti fino al 13,8% nel 2023 (circa 1,295 milioni di bambini e ragazzi), massimo della serie dal 2014; nel 2024 il 26,7% dei minori risulta a rischio di povertà o esclusione sociale (AROPE), con un 43,6% nel Mezzogiorno e picchi oltre il 50% nelle famiglie monogenitore numerose. Sul fronte scolastico, la dispersione esplicita (early leavers 18–24) è scesa dal 15% del 2014 al 10,5% nel 2023 e al 9,8% nel 2024, avvicinandosi al target UE <9% entro il 2030; resta marcata la differenza di genere (maschi più a rischio) e il divario territoriale. La dispersione implicita (ragazzi che concludono i cicli senza livelli minimi di competenza) ha toccato nel 2024 il minimo storico del 6,6%, ma nel 2025 è risalita all’8,7%, segnalando fragilità da presidiare soprattutto nel Mezzogiorno. Nei NEET 15–29 (chi non studia e non lavora), l’Italia parte da livelli molto alti (~26% nel 2014), migliora fino al pre‑Covid (~22% nel 2019), peggiora con la pandemia (~23,3% nel 2020), poi scende al 16,1% nel 2023 e al 15,2% nel 2024: è un progresso rilevante ma restiamo secondi in UE (peggio solo la Romania), con forti differenze territoriali (Sicilia 27,9% vs 8% Bolzano). L’offerta 0–2 anni aumenta, con il tasso di copertura dei posti passato dal 27,1% (2019/20) al 30% (2022/23); il Centro‑Nord ha superato il LEP 33%, mentre Campania 13,2%, Sicilia 13,9%, Calabria 15,7% restano lontane; alcune regioni virtuose (es. Umbria ~46,5%) superano già il nuovo obiettivo UE 45% al 2030. In sintesi: più scuola e più servizi stanno producendo effetti (meno abbandoni, più offerta 0–2), ma povertà materiale, divari territoriali e fragilità negli apprendimenti continuano ad alimentare la povertà educativa: servono interventi continuativi, mirati e misurabili.



Cosa funziona, davvero? Le leve ad alto impatto non sono misteriose, ma vanno tenute assieme. 0–6 come priorità (nidi accessibili nei quartieri fragili, rette calmierate o azzerate, supporti psicopedagogici precoci). Tempo scuola esteso ma di qualità (laboratori, sport, teatro, scienze applicate, coding). Tutoraggio ad alta intensità (piccoli gruppi o 1:1 per cicli di 12–16 settimane) che ricostruisce basi e fiducia. Scuole-comunità aperte oltre l’orario, con biblioteche, associazioni, sportelli psicologici e volontariato. Filiere post‑diploma serie (ITS, apprendistato qualificato, università connessa a problemi reali). Docenti supportati in classe da comunità professionali e coaching. Monitoraggio semplice e continuo su frequenze, progressi, passaggi di ciclo. Se i fondi vengono spesi in arredi e gadget senza cambiare didattica, l’effetto svanisce alla prima campanella.
Dentro questo quadro, modelli come Fondazione Olitec possono “spostare l’ago” perché mettono insieme pezzi che altrove restano separati. Il cuore è BRIA — Bioinformatica, Realtà Immersiva, Intelligenza Artificiale — non come slogan tecnologico ma come ecosistema didattico: laboratori veri, dataset e casi d’uso industriali, docenze miste (docenti scolastici + mentor tecnici), micro‑credential che certificano saperi pratici, e una rete di imprese che non fa passerella ma progetta sfide, hackathon, apprendistati, assunzioni. In parallelo, Olitec integra percorsi universitari in sede (informatica, cybersecurity, IA) in convenzione con atenei telematici: gli allievi frequentano e sostengono esami rimanendo nelle strutture della fondazione, con tesi e portfolio nati da problemi reali. Risultato atteso: competenze allineate al mercato dei prossimi anni e collocamento qualificato, evitando spirali di lavoro sottopagato e discontinuo.
Tradotto in architettura operativa, un hub BRIA “a spettro completo” lavora su quattro cerchi concentrici. Primo: Zerosei+Famiglie, con nido/sezione primavera, laboratori sensoriali e STEM per i piccolissimi, spazi di ascolto per i genitori, logopedia e psicopedagogia. Secondo: 6–13 anni, doposcuola serio sulle basi e “BRIA per bambini” (robotica unplugged, esperimenti scientifici, realtà immersiva guidata) per dare gusto alla fatica dell’apprendere. Terzo: 14–19, laboratori avanzati, project‑work su dati veri, certificazioni, PCTO progettati con le imprese, e — qui è decisivo — tutoraggio ad alta intensità per chi è a rischio abbandono. Quarto: post‑diploma, con ITS e lauree triennali in sede, apprendistato duale e job‑matching continuo con obiettivi misurabili di placement a 6–12 mesi. In questo percorso si ottiene l’abilitazione BRIA, si formano bioinformatici e professionisti capaci di gestire situazioni critiche e squadre di lavoro: non “tecnici solisti”, ma persone in grado di guidare team in contesti complessi.
Il motore nascosto è la didattica assistita: Universal Design for Learning, piani personalizzati anche per DSA e BES, strumenti digitali accessibili, coaching in classe. Accanto, supporti abilitanti che spesso decidono la differenza: borse BRIA per i profili fragili, mensa e trasporti coperti, sportello psicologico, un case manager che segue gli studenti più a rischio, e un programma strutturato di family engagement. Ogni attività lascia traccia in una dashboard comune — frequenze, crediti, progressi nelle prove standardizzate, micro‑credential, passaggi di ciclo, inserimenti lavorativi — per poter correggere la rotta in tempo reale.
Chi sta lavorando sul problema, sul serio: Futuri Probabili guidata da Luciano Violante
Nel panorama italiano, Futuri Probabili – Associazione per la Formazione del Capitale Umano, presieduta da Luciano Violante, è tra i soggetti che stanno affrontando la povertà educativa in modo sistemico e documentato. La missione: intrecciare competenze tecnologiche e saperi umanistici per costruire capitale umano all’altezza degli shock della modernità (Terra, Mare, Spazio, Digitale). Non solo “corsi”, ma allineamento tra educazione, cittadinanza e transizione tecnologica. Nel 2025 l’associazione ha dedicato un seminario specifico a “Povertà educativa e formazione del capitale umano” e ha presentato — in dialogo con istituzioni e partner — il Rapporto “Per una Strategia di Sicurezza Nazionale” alla Camera dei Deputati, sottolineando come la qualità del capitale umano sia un asset di sicurezza e prosperità del Paese.
Perché questa ricerca è fondamentale? Primo, allinea le politiche educative con trasformazioni strutturali (digitale, clima, demografia): non solo “recupero debiti”, ma competenze per vivere e lavorare nei nuovi domini (cyber, spazio, subacqueo, data‑society). Secondo, costruisce ponti tra scuole, università, imprese e istituzioni culturali, spostando la povertà educativa dal locale al sistema‑Paese. Terzo, porta l’educazione nella stanza dei bottoni, con report, audizioni e position paper che parlano la lingua di chi decide budget e priorità.
Dove entra Olitec (e perché insieme a Futuri Probabili si va più lontano)
La sinergia ideale è chiara: Futuri Probabili mappa, studia, connette e influenza (policy, reti nazionali, standard di qualità, advocacy); Olitec progetta, eroga, misura (tutoraggio ad alta intensità, laboratori Scuola 4.0 “vivi”, family engagement, borse BRIA, placement). In mezzo, indicatori condivisi: assenze croniche in calo, debiti formativi in calo, livelli minimi raggiunti in crescita, transizioni scuola→lavoro tracciate.
Roadmap breve (realistica): tre hub pilota (Sud, Centro, Nord) con targeting su scuole a rischio; doposcuola competenze di base + tutoraggio intensivo + laboratori BRIA + sportello psicologico + borse per mensa/trasporti; contratti educativi con famiglie e studenti; filiere post‑diploma attive fin da subito (ITS/Uni in sede; apprendistato duale con imprese); dashboard condivisa ricerca ↔ esecuzione per scalare ciò che funziona.
In una frase: la povertà educativa non si batte con iniziative episodiche ma con un ecosistema che unisce nidi accessibili, tempo scuola di qualità, tutoraggio intensivo e filiere BRIA fino al lavoro qualificato. Un modello come Olitec, affiancato dalla cornice di ricerca e policy di Futuri Probabili, può trasformare il “rischio educativo” in capitale umano spendibile — oggi, non tra dieci anni.
Bibliografia e link utili
- Save the Children — Che cos’è la povertà educativa: definizione e cause: https://www.savethechildren.it/blog-notizie/che-cosa-e-poverta-educativa-definizione-e-cause
- Save the Children — Illuminiamo il Futuro – La povertà educativa: https://www.savethechildren.it/illuminiamo-il-futuro-la-poverta-educativa
- Save the Children — XV Atlante dell’Infanzia (a rischio) – Un due tre… stella (14/11/2024): https://www.savethechildren.it/cosa-facciamo/pubblicazioni/xv-atlante-dellinfanzia-rischio-un-due-tre-stella
- Minori.it — Atlante dell’infanzia a rischio 2024: https://www.minori.gov.it/it/node/8985
- Openpolis — Quali sono le cause della povertà educativa: https://www.openpolis.it/parole/quali-sono-le-cause-della-poverta-educativa/
- Associazione Futuri Probabili — Sito ufficiale: https://www.futuriprobabili.it/
- Associazione Futuri Probabili — Chi siamo: https://www.futuriprobabili.it/chi-siamo
- Associazione Futuri Probabili — Seminari (incluso “Povertà educativa e Formazione del capitale umano”, 01/07/2025): https://www.futuriprobabili.it/i-seminari
- Futuri Probabili — Presentazione del Rapporto “Per una Strategia di Sicurezza Nazionale” (22/05/2025): https://www.futuriprobabili.it/contenuto/presentazione-del-rapporto-per-una-strategia-di-sicurezza-nazionale
- Camera dei Deputati — Per una strategia di sicurezza nazionale – Saluti di Fontana – Presente Mattarella (16/06/2025): https://comunicazione.camera.it/archivio-prima-pagina/19-50449
- Ministero dell’Istruzione e del Merito — Piano Scuola 4.0 (PNRR): https://pnrr.istruzione.it/news/pubblicato-il-piano-scuola-4-0/
- Portale PNRR Scuola — Futura – MIM: https://pnrr.istruzione.it/
- Commissione Europea — European Child Guarantee (scheda ufficiale): https://employment-social-affairs.ec.europa.eu/policies-and-activities/social-protection-social-inclusion/addressing-poverty-and-supporting-social-inclusion/investing-children/european-child-guarantee_en
- Commissione Europea — School meals across EU Member States (report 2025, PDF): https://employment-social-affairs.ec.europa.eu/document/download/f375b3a0-3821-4dbf-9ef8-ec620a335aca_en?filename=School+Meals+EU+report+20250312.pdf
- Fondazione CDP — “A scuola per il futuro”: impegno contro la dispersione (12/05/2025): https://www.cdp.it/sitointernet/page/it/fondazione_cdp_a_scuola_per_il_futuro_rinnova_limpegno_contro_la_dispersione?contentId=PRG50953
- ISTAT — La povertà in Italia. Anno 2023 (17/10/2024): https://www.istat.it/wp-content/uploads/2024/10/REPORT_POVERTA_2023.pdf
- Il Sole 24 Ore / InfoData — Il 14% dei minori è in povertà assoluta (26/03/2024): https://www.infodata.ilsole24ore.com/2024/03/26/il-14-dei-minori-e-in-stato-di-poverta-assoluta/
- ISTAT — Le condizioni di vita dei minori – Anno 2024 (14/07/2025): https://www.istat.it/comunicato-stampa/le-condizioni-di-vita-dei-minori-anno-2024/
- Commissione Europea — Education and Training Monitor 2024 – Italy (serie 2014–2023): https://op.europa.eu/webpub/eac/education-and-training-monitor/en/country-reports/italy.html
- Eurostat — Early leavers from education and training (dataset e scheda): https://ec.europa.eu/eurostat/statistics-explained/index.php/Early_leavers_from_education_and_training
- Eurostat — Dataset Early leavers (edat_lfse_14): https://ec.europa.eu/eurostat/statistics-explained/images/2/22/Early_leavers_from_education_and_training_statistics_ET2025.xlsx
- TradingEconomics (fonte Eurostat) — Italy – Early leavers 2024 (9,8%): https://tradingeconomics.com/italy/early-leavers-from-education-training-age-group-18-24-eurostat-data.html
- INVALSIopen — Cosa ci dicono i risultati INVALSI 2024 (11/07/2024): https://invalsiopen.it/cosa-dicono-risultati-invalsi-2024/
- Ministero dell’Istruzione e del Merito — Test INVALSI 2024: riduzione della dispersione scolastica (27/11/2024): https://www.mim.gov.it/-/mim-test-invalsi-2024-mostrano-riduzione-della-dispersione-scolastica
- Save the Children — Nota su dispersione implicita 2025 (09/07/2025): https://www.savethechildren.it/press/invalsi-save-children-preoccupano-i-divari-territoriali-necessario-potenziare-politiche-e
- ISTAT — Servizi educativi per l’infanzia 2023/2024 (16/05/2025): https://www.istat.it/wp-content/uploads/2025/05/report_infanzia_2023_2024.pdf
- Minori.gov.it — Asili nido e servizi integrativi 2021/2022 (01/12/2023): https://www.minori.gov.it/it/node/8677
- Openpolis / Con i Bambini — Neet in calo ma ancora alti (09/07/2024): https://www.conibambini.org/osservatorio/calano-i-neet-ma-litalia-resta-il-secondo-paese-ue-per-incidenza/
- Con i Bambini — Italia seconda in UE per NEET (15,2% nel 2024) (15/07/2025): https://www.conibambini.org/osservatorio/litalia-resta-il-secondo-paese-ue-con-piu-neet/
- ISTAT — Indicatori regionali (NEET 15–29: Sicilia 27,9% vs PA Bolzano 8%) (04/2024): https://www.istat.it/wp-content/uploads/2024/04/2.pdf
Scopri di più da
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.

