Nel contesto della rivoluzione digitale, mentre il valore economico dei dati personali cresce a ritmi vertiginosi, gli individui che li generano restano esclusi dalla ricchezza prodotta. Oggi, ogni attività online — ogni ricerca, acquisto o interazione — alimenta l’economia digitale senza alcuna remunerazione per chi fornisce l’informazione.
La proposta di legge sulla compensazione dei dati personali intende invertire questa dinamica: sancire che ogni utilizzo economico dei dati debba essere remunerato, riconoscendo i dati come proprietà inalienabile dell’individuo, insieme possiamo portarla e far sentire la voce di chi usa e vive nel digitale.
La legge introduce:
- Un sistema di misurazione automatica dei dati personali trattati, ispirato a modelli tecnologici già applicati nella fiscalità di settori regolamentati;
- Una compensazione economica diretta a ogni cittadino, proporzionale al valore informativo generato;
- Due fondi pubblici: il Fondo per il Reddito Digitale Individuale e il Fondo per la Salute Digitale e la Giustizia Tecnologica.
Attraverso la misurazione fisica ed energetica del dato, basata su modelli scientifici come il Teorema di Assisi e la scala NIC, si costruisce una nuova fiscalità dei dati: equa, trasparente e redistributiva.
Restituire ai cittadini il controllo e la valorizzazione del proprio capitale informativo significa:
- Rafforzare la democrazia,
- Responsabilizzare le tecnologie,
- Promuovere la giustizia economica digitale.
Questa proposta di legge quadro si propone dunque come atto fondativo di una nuova cittadinanza digitale, orientata a un futuro inclusivo, sostenibile e umano.
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