Stemma Araldico

Stemma araldico della Fondazione Olivetti Tecnologia e Ricerca – Olitec, con scudo blu, bordatura dorata, elemento centrale con simbolo dell'atomo, braccia incrociate sotto una croce, stella bianca a cinque punte, e un leone alato dorato su un libro aperto. Include la scritta latina "QUI NIMIUS VOLET NIHIL CONSEQUITUR".

Questo stemma, concepito con un’estetica araldica sobria ma densa di significato, rappresenta l’identità profonda e la vocazione formativa della comunità dei cadetti della Fondazione Olivetti Tecnologia e Ricerca – Olitec. Ogni suo elemento è frutto di una riflessione sul valore dell’impegno umano, intellettuale e spirituale nella costruzione di una società fondata sul sapere, sulla responsabilità e sull’altruismo.

Il simbolo che osservi è una rappresentazione visiva che fonde tradizione spirituale, scienza moderna e valori educativi in un’unica composizione tridimensionale.

Al centro si staglia lo scudo, con fondo blu e bordatura dorata, che tradizionalmente simboleggia la sapienza, la contemplazione, la fedeltà e la nobiltà d’intenti. A sinistra dello scudo compaiono due braccia incrociate, una con manica francescana e una nuda, poste sotto una croce: è il simbolo classico dell’Ordine Francescano. Il braccio nudo rappresenta Cristo, quello vestito San Francesco, mentre la croce sovrastante richiama la fede, il sacrificio e la fratellanza. Questo elemento è un chiaro richiamo alla spiritualità francescana, all’umiltà e all’etica dell’aiuto verso l’altro.

A destra dello scudo si trova una stella bianca a cinque punte con il bordo rosso: la stella simboleggia la luce della conoscenza, la guida spirituale e intellettuale, la speranza; il bordo rosso rappresenta il coraggio e la passione, elementi che uniscono idealismo e determinazione.

In basso, al centro dello scudo, campeggia il simbolo dell’atomo, con orbite e nuclei rappresentati graficamente: è l’elemento che richiama in modo diretto la scienza, la tecnologia e la ricerca. La sua presenza testimonia la centralità delle discipline scientifiche e tecnologiche – in particolare della bioinformatica, dell’intelligenza artificiale e della realtà immersiva – nella visione culturale ed educativa di chi ha concepito questo stemma.

Sopra lo scudo si erge un leone alato dorato che poggia una zampa anteriore su un libro aperto: è il Leone di San Marco, simbolo della città di Venezia ma anche dell’evangelista Marco, universalmente riconosciuto come icona della giustizia, della forza e della vigilanza. Il libro reca la scritta Pax tibi Marce evangelista meus, ovvero “Pace a te Marco mio evangelista”, e rimanda alla custodia della verità, alla forza del diritto e alla protezione della sapienza. Il leone rappresenta dunque la dimensione istituzionale e laico-sacra della conoscenza, dove la forza protegge il sapere.

Ai lati dello scudo si dispongono due rami: a sinistra un ramo di alloro, che simboleggia la gloria, l’intelletto e la vittoria morale; a destra un ramo di quercia, che rappresenta la forza, la fedeltà e la resistenza. Questi due elementi vegetali, comuni nell’araldica classica, circondano lo scudo come un abbraccio della natura ai valori umani, offrendo un equilibrio tra potere spirituale e solidità etica.

In basso, il tutto è sostenuto da un nastro dorato su cui campeggia la scritta in latino:

“QUI NIMIUS VOLET NIHIL CONSEQUITUR”

che si traduce “Chi vuole troppo non ottiene nulla”. Si tratta di una massima che richiama alla misura, alla concentrazione sugli obiettivi essenziali e all’evitare l’eccesso, in perfetto spirito monastico e stoico: è un invito a non disperdere energie, a scegliere con saggezza e a procedere con perseveranza. Il motto, posto a chiusura visiva e concettuale del simbolo, incarna la filosofia di vita che l’intero stemma vuole trasmettere. Nel suo insieme, questo stemma rappresenta una sintesi armonica tra spiritualità francescana, sapere scientifico e responsabilità civile. Potrebbe appartenere a una fondazione, un istituto educativo o un programma formativo che coniuga l’innovazione tecnologica con i valori umanistici, ponendo la persona al centro di un percorso di crescita fondato su etica, conoscenza e dedizione. In esso convivono il silenzio del convento e il rumore del laboratorio, l’eco della tradizione e il suono del futuro