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Le mafie nell’era digitale: la riflessione di Nicolini dopo la lettura del libro di Paola La Salvia

Di Samina Sayeda

Negli ultimi giorni, un’improvvisa influenza ha costretto Dott. Nicolini Direttore Dipartimento Ricerca e Sviluppo Bioinformatica e VRO, a una pausa forzata. Un rallentamento non previsto, che si è però trasformato in un’occasione di approfondimento. Durante questo tempo sospeso, Nicolini ha scelto di dedicarsi alla lettura del più recente lavoro di Paola La Salvia, un volume che analizza con grande rigore l’evoluzione della criminalità organizzata e il suo progressivo radicarsi nel cyberspazio.

Il libro “I Malacarni”, frutto di un’analisi dettagliata e documentata, descrive la trasformazione delle mafie in attori globali capaci di muoversi con abilità tra economia legale, traffici internazionali e mercati digitali. Un ecosistema in cui le organizzazioni criminali intrecciano alleanze con cartelli stranieri, sfruttano la finanza internazionale, adottano strumenti tecnologici avanzati e costruiscono reti di riciclaggio sempre più complesse.

Attraverso casi concreti e prospettive giuridiche e investigative, La Salvia mostra come le mafie abbiano superato da tempo il concetto di “territorio” per operare su scala transnazionale. Una metamorfosi che impone agli Stati la necessità di risposte armonizzate, perché le minacce digitali non si fermano davanti ai confini.

Nicolini, riflettendo sul quadro delineato dal libro, richiama un passaggio fondamentale degli ultimi anni: il lavoro delle Nazioni Unite per definire un trattato globale contro il cybercrime, avviato dopo la Risoluzione 74/247 dell’Assemblea Generale ONU del 2019. Si tratta di un percorso complesso ma decisivo, volto a stabilire regole uniformi, definizioni comuni dei reati digitali e strumenti condivisi di prevenzione e contrasto.

Secondo la visione richiamata da La Salvia, la frammentazione normativa rappresenta oggi una delle principali vulnerabilità. Le diverse legislazioni nazionali, non coordinate tra loro, spesso ostacolano indagini che invece richiederebbero cooperazione immediata, soprattutto su temi come il riciclaggio di criptovalute, le infrastrutture digitali usate dal crimine organizzato e le infiltrazioni mafiose nel cyberspazio.

In questo scenario, Nicolini sottolinea la necessità per istituzioni, investigatori e organismi internazionali di adottare un nuovo paradigma. Nel digitale la contemporaneità non coincide più con il presente: gli eventi si muovono a una velocità che impone risposte preventive, tecnologie aggiornate e una cultura diffusa della sicurezza informatica. La lettura dell’opera ha rappresentato per Nicolini non solo un approfondimento, ma anche un momento di gratitudine verso il lavoro di Paola La Salvia, capace di offrire strumenti interpretativi preziosi per chi opera nei settori della governance, della criminalità digitale e della cooperazione internazionale.