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Questo spazio è pensato anche per favorire la condivisione delle esperienze personali: potrete raccontare il vostro percorso e scoprire come altri candidati stanno affrontando questa opportunità. Vi invitiamo a partecipare attivamente, a rispettare gli altri membri della community e a mantenere un tono di dialogo collaborativo e positivo.
La Sovranità Digitale nell'Era dell'Intelligenza Artificiale
Cita da Samina Sayeda su 18 Giugno 2025, 5:12 amDi Andrea pili
Ci troviamo alla soglia di quello che la storia riconoscerà probabilmente come la quinta rivoluzione industriale. Tuttavia, a differenza delle precedenti, questa trasformazione non riguarderà principalmente fabbriche o macchinari, ma penetrerà nel tessuto più intimo dell'esperienza umana: le nostre emozioni, i nostri pensieri, le nostre decisioni quotidiane, la rivoluzione nel cambio delle nostre abitudini, nel concepire il tempo, la velocità, che grazie all’AI ci farà risparmiare tempo.
L'intelligenza artificiale generativa non è semplicemente una nuova tecnologia. È il sistema nervoso della società digitale del futuro. Eppure, mentre scrivo questo articolo, stiamo assistendo a quello che potrebbe essere definito il più grande furto della storia dell'umanità: l'appropriazione sistematica dei nostri dati, della nostra conoscenza collettiva e della nostra privacy cognitiva, dell’inferenza personale.
Per decenni abbiamo navigato nel mondo digitale attraverso la ricerca per parole chiave. Questo paradigma sta rapidamente cedendo il passo all'inferenza AI, dove algoritmi sempre più sofisticati interpretano le nostre intenzioni, predicono i nostri bisogni e plasmano le nostre scelte. Ogni prompt che digitiamo, ogni domanda che poniamo agli assistenti AI, ogni interazione con questi sistemi rappresenta un frammento della nostra identità digitale che viene trasferito, analizzato e monetizzato.
Negli ultimi due anni, 500 milioni di persone hanno inconsapevolmente contribuito all'arricchimento di un pugno di giganti tecnologici attraverso l'uso quotidiano di servizi di inferenza AI. Ogni conversazione con un chatbot, ogni richiesta di generazione di contenuti, ogni query di ricerca avanzata alimenta sistemi che non controlliamo e che non ci appartengono.
Mentre i governi si concentrano giustamente su ponti, strade e reti elettriche, una nuova categoria di infrastrutture critiche sta emergendo silenziosamente: le infrastrutture per l'inferenza AI. Questi sistemi rappresenteranno l'equivalente digitale delle reti energetiche del XX secolo, ma con un impatto potenzialmente molto più profondo sulla sovranità nazionale e sulla libertà individuale.
Attualmente, il mercato dell'inferenza AI è dominato da pochissimi attori globali.
Questa concentrazione presenta rischi sistemici enormi come la Dipendenza strategica: I nostri sistemi educativi, sanitari, economici e di difesa dipenderanno sempre più da capacità di inferenza AI che non controlliamo; Vulnerabilità geopolitica: Un'interruzione dei servizi o politiche discriminatorie da parte di questi provider potrebbero paralizzare intere nazioni; Erosione della privacy: Ogni cittadino che utilizza questi servizi trasferisce informazioni sensibili verso server e giurisdizioni estere; Perdita di sovranità digitale: Le decisioni critiche per i nostri paesi saranno influenzate da algoritmi sviluppati e controllati altrove.
Inferenza Privata
La privacy nell'inferenza AI non è un lusso tecnologico, ma un diritto fondamentale nell'era digitale. Quando un medico consulta un sistema AI per una diagnosi, quando uno studente chiede aiuto per i compiti, quando un cittadino cerca informazioni sensibili, questi dati non dovrebbero mai lasciare confini controllati e sicuri.
L'inferenza privata garantisce che:
- I dati personali e sensibili rimangano sotto controllo privato
- La conoscenza generata dai cittadini di un paese benefici prima di tutto quel paese
- Non si creino dipendenze strategiche da fornitori esteri
- Si preservi la diversità culturale e linguistica nell'era dell'AI
Non possiamo permetterci di ripetere gli errori del passato. Così come negli anni 2000 abbiamo permesso che i social media e le piattaforme digitali fossero monopolizzate da pochi attori stranieri, rischiamo ora di cedere il controllo dell'infrastruttura più critica del XXI secolo.
Per questo è necessario intervenire subito su pochi punti ma chiari:
- Investire massicciamente nello sviluppo di capacità nazionali di inferenza AI, supportando startup e aziende locali che operano in questo settore critico;
- Creare ecosistemi nazionali per l'AI che privilegino fornitori locali per tutti i servizi pubblici e le infrastrutture critiche;
- Stabilire standard rigorosi per la privacy nell'inferenza AI, rendendo obbligatoria l'inferenza privata per tutti i dati sensibili dei cittadini; 4. Promuovere la ricerca e sviluppo di tecnologie di inferenza distribuite che possano operare su scala nazionale senza dipendenze estere;
- Sensibilizzare i cittadini sui rischi dell'uso inconsapevole di servizi di inferenza AI stranieri;
- Creare partnership internazionali tra paesi che condividono valori simili per sviluppare alternative ai monopoli attuali.
Verso un Futuro di Sovranità Digitale
La tecnologia esiste. Le competenze si possono sviluppare. Gli investimenti necessari sono accessibili. Quello che manca è la volontà politica di riconoscere l'urgenza strategica di questo momento storico.
Alcuni di noi, nel nostro piccolo, stanno già lavorando per costruire alternative. Esistono startup che hanno sviluppato motori di inferenza privati, ricercatori che stanno perfezionando algoritmi per l'AI distribuita, imprenditori che stanno creando ecosistemi locali di intelligenza artificiale. Ma questi sforzi individuali non bastano. Serve una strategia nazionale, un impegno governativo, una visione di lungo termine.
Ci troviamo a un bivio storico. Possiamo scegliere di essere protagonisti della rivoluzione dell'AI, costruendo infrastrutture che servano i nostri cittadini e proteggano i nostri valori. Oppure possiamo rimanere spettatori passivi, cedendo progressivamente la nostra sovranità digitale a chi ha avuto la lungimiranza di investire per primo.
La quinta rivoluzione industriale toccherà l'anima stessa dell'esperienza umana. Non possiamo permettere che sia guidata da interessi che non sono i nostri.
Il tempo per l'azione è ora. La posta in gioco è il futuro digitale delle nostre nazioni e la libertà cognitiva dei nostri cittadini.
Di Andrea pili
Ci troviamo alla soglia di quello che la storia riconoscerà probabilmente come la quinta rivoluzione industriale. Tuttavia, a differenza delle precedenti, questa trasformazione non riguarderà principalmente fabbriche o macchinari, ma penetrerà nel tessuto più intimo dell'esperienza umana: le nostre emozioni, i nostri pensieri, le nostre decisioni quotidiane, la rivoluzione nel cambio delle nostre abitudini, nel concepire il tempo, la velocità, che grazie all’AI ci farà risparmiare tempo.
L'intelligenza artificiale generativa non è semplicemente una nuova tecnologia. È il sistema nervoso della società digitale del futuro. Eppure, mentre scrivo questo articolo, stiamo assistendo a quello che potrebbe essere definito il più grande furto della storia dell'umanità: l'appropriazione sistematica dei nostri dati, della nostra conoscenza collettiva e della nostra privacy cognitiva, dell’inferenza personale.
Per decenni abbiamo navigato nel mondo digitale attraverso la ricerca per parole chiave. Questo paradigma sta rapidamente cedendo il passo all'inferenza AI, dove algoritmi sempre più sofisticati interpretano le nostre intenzioni, predicono i nostri bisogni e plasmano le nostre scelte. Ogni prompt che digitiamo, ogni domanda che poniamo agli assistenti AI, ogni interazione con questi sistemi rappresenta un frammento della nostra identità digitale che viene trasferito, analizzato e monetizzato.
Negli ultimi due anni, 500 milioni di persone hanno inconsapevolmente contribuito all'arricchimento di un pugno di giganti tecnologici attraverso l'uso quotidiano di servizi di inferenza AI. Ogni conversazione con un chatbot, ogni richiesta di generazione di contenuti, ogni query di ricerca avanzata alimenta sistemi che non controlliamo e che non ci appartengono.
Mentre i governi si concentrano giustamente su ponti, strade e reti elettriche, una nuova categoria di infrastrutture critiche sta emergendo silenziosamente: le infrastrutture per l'inferenza AI. Questi sistemi rappresenteranno l'equivalente digitale delle reti energetiche del XX secolo, ma con un impatto potenzialmente molto più profondo sulla sovranità nazionale e sulla libertà individuale.
Attualmente, il mercato dell'inferenza AI è dominato da pochissimi attori globali.
Questa concentrazione presenta rischi sistemici enormi come la Dipendenza strategica: I nostri sistemi educativi, sanitari, economici e di difesa dipenderanno sempre più da capacità di inferenza AI che non controlliamo; Vulnerabilità geopolitica: Un'interruzione dei servizi o politiche discriminatorie da parte di questi provider potrebbero paralizzare intere nazioni; Erosione della privacy: Ogni cittadino che utilizza questi servizi trasferisce informazioni sensibili verso server e giurisdizioni estere; Perdita di sovranità digitale: Le decisioni critiche per i nostri paesi saranno influenzate da algoritmi sviluppati e controllati altrove.
Inferenza Privata
La privacy nell'inferenza AI non è un lusso tecnologico, ma un diritto fondamentale nell'era digitale. Quando un medico consulta un sistema AI per una diagnosi, quando uno studente chiede aiuto per i compiti, quando un cittadino cerca informazioni sensibili, questi dati non dovrebbero mai lasciare confini controllati e sicuri.
L'inferenza privata garantisce che:
- I dati personali e sensibili rimangano sotto controllo privato
- La conoscenza generata dai cittadini di un paese benefici prima di tutto quel paese
- Non si creino dipendenze strategiche da fornitori esteri
- Si preservi la diversità culturale e linguistica nell'era dell'AI
Non possiamo permetterci di ripetere gli errori del passato. Così come negli anni 2000 abbiamo permesso che i social media e le piattaforme digitali fossero monopolizzate da pochi attori stranieri, rischiamo ora di cedere il controllo dell'infrastruttura più critica del XXI secolo.
Per questo è necessario intervenire subito su pochi punti ma chiari:
- Investire massicciamente nello sviluppo di capacità nazionali di inferenza AI, supportando startup e aziende locali che operano in questo settore critico;
- Creare ecosistemi nazionali per l'AI che privilegino fornitori locali per tutti i servizi pubblici e le infrastrutture critiche;
- Stabilire standard rigorosi per la privacy nell'inferenza AI, rendendo obbligatoria l'inferenza privata per tutti i dati sensibili dei cittadini; 4. Promuovere la ricerca e sviluppo di tecnologie di inferenza distribuite che possano operare su scala nazionale senza dipendenze estere;
- Sensibilizzare i cittadini sui rischi dell'uso inconsapevole di servizi di inferenza AI stranieri;
- Creare partnership internazionali tra paesi che condividono valori simili per sviluppare alternative ai monopoli attuali.
Verso un Futuro di Sovranità Digitale
La tecnologia esiste. Le competenze si possono sviluppare. Gli investimenti necessari sono accessibili. Quello che manca è la volontà politica di riconoscere l'urgenza strategica di questo momento storico.
Alcuni di noi, nel nostro piccolo, stanno già lavorando per costruire alternative. Esistono startup che hanno sviluppato motori di inferenza privati, ricercatori che stanno perfezionando algoritmi per l'AI distribuita, imprenditori che stanno creando ecosistemi locali di intelligenza artificiale. Ma questi sforzi individuali non bastano. Serve una strategia nazionale, un impegno governativo, una visione di lungo termine.
Ci troviamo a un bivio storico. Possiamo scegliere di essere protagonisti della rivoluzione dell'AI, costruendo infrastrutture che servano i nostri cittadini e proteggano i nostri valori. Oppure possiamo rimanere spettatori passivi, cedendo progressivamente la nostra sovranità digitale a chi ha avuto la lungimiranza di investire per primo.
La quinta rivoluzione industriale toccherà l'anima stessa dell'esperienza umana. Non possiamo permettere che sia guidata da interessi che non sono i nostri.
Il tempo per l'azione è ora. La posta in gioco è il futuro digitale delle nostre nazioni e la libertà cognitiva dei nostri cittadini.

