Benvenuti nel Forum della Fondazione Olitec. Questo spazio è stato creato per promuovere la trasparenza e facilitare la comunicazione tra la Fondazione Olitec e tutti coloro che desiderano entrare a far parte del nostro team, in particolare per il ruolo di Sales. Il nostro forum è uno strumento di dialogo aperto e costruttivo dove i candidati possono porre domande, condividere esperienze e ottenere risposte dirette sui vari aspetti del processo di selezione e sulle opportunità di carriera offerte dalla Fondazione.
All’interno del forum troverete topic dedicati ad argomenti specifici su cui potrete approfondire informazioni relative al ruolo, al processo di selezione e alla cultura aziendale della Fondazione Olitec. Inoltre, avrete la possibilità di caricare le vostre domande e consultare le risposte fornite ad altri quesiti posti dai candidati, creando così una rete di informazioni condivisa e trasparente.
Questo spazio è pensato anche per favorire la condivisione delle esperienze personali: potrete raccontare il vostro percorso e scoprire come altri candidati stanno affrontando questa opportunità. Vi invitiamo a partecipare attivamente, a rispettare gli altri membri della community e a mantenere un tono di dialogo collaborativo e positivo.
“Strumento affascinante e tremendo al tempo stesso”
Sen Dario Stefàno - Manager e docente universitario
Parole illuminanti di qualche mese fa con cui Papa Francesco riuscì a fotografare, al meglio, il sentimento e le angosce di molti di noi quando ci approcciamo verso ciò che sta già cambiando la nostra vita quotidiana, parlo dell’intelligenza artificiale.
Se è vero, infatti, come molti ritengono, che siamo alla vigilia della “quarta rivoluzione industriale”, sarebbe un delitto non riflettere e operare, in maniera aperta e poco ideologica, verso rischi e opportunità che l’IA porterà nei nostri processi produttivi, nel mercato del lavoro, nell’informazione, nel funzionamento della Pubblica Amministrazione, così come nella sicurezza e nella sanità. Nella nostra vita quotidiana, appunto.
Una sfida, una vera rivoluzione, che segnerà le nostre economie e le nostre vite per i decenni a venire, a cui non è sufficiente rispondere con gli strumenti tradizionali che, al contrario, abbiamo assunto in occasione delle precedenti grandi trasformazioni industriali che hanno attraversato gli ultimi decenni. Nessun piano di ammortizzatori sociali, di scivoli pensionistici e di cose simili ci metterebbe al riparo dalla forza di una nuova tecnologia capace di riprodurre sé stessa a velocità superiori ed a prescindere dall’apporto umano.
E allora è proprio nel valore “umano”, nel senso più alto del termine, a cui dobbiamo fare riferimento. E anche qui le parole di Francesco, pronunciate in occasione del G7, possono essere un faro illuminante: “ … la macchina può compiere scelte algoritmiche mentre l’essere umano non solo sceglie, ma in cuor suo è capace di decidere ...”
Quindi molto bene lavorare a tutto quel complesso di norme capaci di prevenire le ricadute sulla sfera dei diritti fondamentali, delle libertà individuali e della privacy che l’IA rischia di determinare, ma senza in alcun modo limitarne le straordinarie potenzialità innovative che ancora, solo in parte, oggi possiamo intravedere nella loro massima potenzialità espansiva.
Penso in particolare alla sanità ed al salto di qualità di cui tutto il settore della diagnostica e della prevenzione beneficerebbero da un “uso razionale e governato” delle capacità dei nuovi sistemi di calcolo; ma penso anche al tema della sicurezza, del singolo individuo e delle comunità, che deve a mio avviso conservare ragioni di priorità anche rispetto alle legittime esigenze o, per altri versi, sacrosanti diritti di privacy.
Così come penso, ancora, al mondo della produzione e, in particolare, a due settori produttivi a cui mi sento molto legato, l’agricoltura e il turismo, che generano già tanto impatto economico e occupazione nel nostro Paese e ancora più potrebbero generarne proprio grazie a questa nuova frontiera tecnologica.
Comparti produttivi che solo a prima vista sembrerebbero i meno interessati da questa rivoluzione ma che, al contrario, ne saranno segnati profondamente nei prossimi anni. Basti pensare alle straordinarie opportunità che l’intelligenza artificiale ci offrirà nella mitigazione dell’impatto dei cambiamenti climatici in agricoltura, con la capacità di prevedere in maniera sempre più precisa le variazioni climatiche, le precipitazioni e, quindi, di adottare le contromisure più efficaci; così come nel settore del turismo, laddove ci consentirà di utilizzare piattaforme sempre più performanti per l’incontro della domanda e dell’offerta, capace di promuovere forme di turismo oggi ancora troppo poco diffuse ma già assai desiderate.
E, ancora, penso a quanto l’IA potrà trasformarle le nostre città in smart city, città intelligenti, capaci quindi di servizi più efficienti e veloci, di una migliore mobilità e quanto potrà essere decisiva per l’efficientamento della Pubblica Amministrazione. Come infine, rispetto all’altra sfida ambiziosa che abbiamo davanti, ovvero riuscire a determinare un utilizzo sempre più efficiente delle risorse energetiche, che è poi l’asse portante della decarbonizzazione e della transizione energetica.
Se questa è la posta in gioco che abbiamo di fronte, allora dobbiamo mettere in campo, come ci hanno indicato anche le riflessioni dell’amato Pontefice emerge con forza, un vero e proprio nuovo “umanesimo”: rimettere l’essere umano al centro delle grandi trasformazioni.
Troppo spesso abbiamo pensato che ogni nuova conquista tecnologica avrebbe portato con sé progresso e benefici per tutti, ma così non è stato. In troppi sono rimasti indietro. Per alcune resistenze ideologiche e non per colpa di una evoluzione tecnologica, oggettivamente inarrestabile.
Perché ciò non accada di nuovo tocca a tutti noi lavorare, da subito, certamente per mitigarne i pericoli, ma anche sapendo restare lucidi per guardare con fiducia “oltre l’ostacolo”, perché ogni conquista tecnologica è indubitabilmente una nuova apertura al progresso e, quindi, alla crescita e ai conseguenti possibili benefici.
“Strumento affascinante e tremendo al tempo stesso”
Sen Dario Stefàno - Manager e docente universitario
Parole illuminanti di qualche mese fa con cui Papa Francesco riuscì a fotografare, al meglio, il sentimento e le angosce di molti di noi quando ci approcciamo verso ciò che sta già cambiando la nostra vita quotidiana, parlo dell’intelligenza artificiale.
Se è vero, infatti, come molti ritengono, che siamo alla vigilia della “quarta rivoluzione industriale”, sarebbe un delitto non riflettere e operare, in maniera aperta e poco ideologica, verso rischi e opportunità che l’IA porterà nei nostri processi produttivi, nel mercato del lavoro, nell’informazione, nel funzionamento della Pubblica Amministrazione, così come nella sicurezza e nella sanità. Nella nostra vita quotidiana, appunto.
Una sfida, una vera rivoluzione, che segnerà le nostre economie e le nostre vite per i decenni a venire, a cui non è sufficiente rispondere con gli strumenti tradizionali che, al contrario, abbiamo assunto in occasione delle precedenti grandi trasformazioni industriali che hanno attraversato gli ultimi decenni. Nessun piano di ammortizzatori sociali, di scivoli pensionistici e di cose simili ci metterebbe al riparo dalla forza di una nuova tecnologia capace di riprodurre sé stessa a velocità superiori ed a prescindere dall’apporto umano.
E allora è proprio nel valore “umano”, nel senso più alto del termine, a cui dobbiamo fare riferimento. E anche qui le parole di Francesco, pronunciate in occasione del G7, possono essere un faro illuminante: “ … la macchina può compiere scelte algoritmiche mentre l’essere umano non solo sceglie, ma in cuor suo è capace di decidere ...”
Quindi molto bene lavorare a tutto quel complesso di norme capaci di prevenire le ricadute sulla sfera dei diritti fondamentali, delle libertà individuali e della privacy che l’IA rischia di determinare, ma senza in alcun modo limitarne le straordinarie potenzialità innovative che ancora, solo in parte, oggi possiamo intravedere nella loro massima potenzialità espansiva.
Penso in particolare alla sanità ed al salto di qualità di cui tutto il settore della diagnostica e della prevenzione beneficerebbero da un “uso razionale e governato” delle capacità dei nuovi sistemi di calcolo; ma penso anche al tema della sicurezza, del singolo individuo e delle comunità, che deve a mio avviso conservare ragioni di priorità anche rispetto alle legittime esigenze o, per altri versi, sacrosanti diritti di privacy.
Così come penso, ancora, al mondo della produzione e, in particolare, a due settori produttivi a cui mi sento molto legato, l’agricoltura e il turismo, che generano già tanto impatto economico e occupazione nel nostro Paese e ancora più potrebbero generarne proprio grazie a questa nuova frontiera tecnologica.
Comparti produttivi che solo a prima vista sembrerebbero i meno interessati da questa rivoluzione ma che, al contrario, ne saranno segnati profondamente nei prossimi anni. Basti pensare alle straordinarie opportunità che l’intelligenza artificiale ci offrirà nella mitigazione dell’impatto dei cambiamenti climatici in agricoltura, con la capacità di prevedere in maniera sempre più precisa le variazioni climatiche, le precipitazioni e, quindi, di adottare le contromisure più efficaci; così come nel settore del turismo, laddove ci consentirà di utilizzare piattaforme sempre più performanti per l’incontro della domanda e dell’offerta, capace di promuovere forme di turismo oggi ancora troppo poco diffuse ma già assai desiderate.
E, ancora, penso a quanto l’IA potrà trasformarle le nostre città in smart city, città intelligenti, capaci quindi di servizi più efficienti e veloci, di una migliore mobilità e quanto potrà essere decisiva per l’efficientamento della Pubblica Amministrazione. Come infine, rispetto all’altra sfida ambiziosa che abbiamo davanti, ovvero riuscire a determinare un utilizzo sempre più efficiente delle risorse energetiche, che è poi l’asse portante della decarbonizzazione e della transizione energetica.
Se questa è la posta in gioco che abbiamo di fronte, allora dobbiamo mettere in campo, come ci hanno indicato anche le riflessioni dell’amato Pontefice emerge con forza, un vero e proprio nuovo “umanesimo”: rimettere l’essere umano al centro delle grandi trasformazioni.
Troppo spesso abbiamo pensato che ogni nuova conquista tecnologica avrebbe portato con sé progresso e benefici per tutti, ma così non è stato. In troppi sono rimasti indietro. Per alcune resistenze ideologiche e non per colpa di una evoluzione tecnologica, oggettivamente inarrestabile.
Perché ciò non accada di nuovo tocca a tutti noi lavorare, da subito, certamente per mitigarne i pericoli, ma anche sapendo restare lucidi per guardare con fiducia “oltre l’ostacolo”, perché ogni conquista tecnologica è indubitabilmente una nuova apertura al progresso e, quindi, alla crescita e ai conseguenti possibili benefici.
Modello di vita, studio e servizio nella Fondazione
Definizione e visione
La comunità educativa è un ecosistema residenziale e laboratoriale che integra vita, studio e responsabilità. Non è solo un luogo, ma un progetto intenzionale di crescita umana e professionale fondato su fraternità, disciplina morale, rispetto e cooperazione.
FraternitàDisciplinaServizioTecnologie BRIA
Valori e ispirazione
Principi francescani di sobrietà e solidarietà, dignità della persona e diritto allo studio. La tecnologia è umanizzata per formare persone libere, competenti e responsabili.
Umano al centro
Norme di riferimento
Codice Civile (artt. 14–42 c.c.)
Consente alle fondazioni di perseguire scopi educativi e gestire strutture come convitti, campus e studentati in coerenza con lo scopo statutario.
D.Lgs. 117/2017 — Codice del Terzo Settore
Artt. 5–6: attività di interesse generale educative e formative
Comprendono istruzione, formazione professionale e percorsi comunitari di crescita personale, anche in forma residenziale.; art. 55: co-programmazione e co-progettazione con PA.
Legge 328/2000 — Sistema integrato di interventi sociali
Riconosce le comunità educative come strumenti di inclusione e prevenzione della dispersione, nel quadro del principio di sussidiarietà.
D.P.R. 616/1977
Attribuisce alle Regioni competenze su riconoscimento e sostegno a strutture educative private con finalità pubbliche e sociali.
Convenzione ONU Diritti del Fanciullo
Artt. 29 e 31: diritto ad un’educazione che sviluppi pienamente la personalità e i talenti in contesti che promuovano dignità e solidarietà.
Compliance trasversale
GDPR (UE 2016/679) per protezione dati; D.Lgs. 81/2008 per salute e sicurezza degli ambienti comunitari.
Struttura organizzativa
Direttore / Coordinatore Responsabile della disciplina, del regolamento e della gestione quotidiana.
Tutor e Formatori BRIA Guidano l’apprendimento tecnico e comportamentale; monitoraggio del percorso.
Educatori civici Custodi di fraternità, rispetto, inclusione, legalità e servizio alla comunità.
Cadetti Residenti o non residenti, selezionati e vincolati al giuramento e al regolamento interno.
Percorso tipo
Orientamento (3 mesi)
Accoglienza, studio del regolamento, fraternità, alfabetizzazione BRIA, sicurezza e privacy.
Addestramento (15 mesi)
Laboratori BRIA, project work, tirocinio interno, vita comunitaria assistita.
Studio accademico (fino a 36 mesi)
Laurea triennale in sincronia con l’addestramento: cybersecurity, informatica, IA.
Regolamento e responsabilità
Diritti e doveri, criteri di ammissione e permanenza.
Convivenza, turnazioni di servizio, decoro degli spazi comuni.
Salute, sicurezza (D.Lgs. 81/2008) e protezione dati (GDPR).
Finalità
Personale e civica: responsabilità, appartenenza, autonomia e spirito critico.
Inclusione e dignità: vitto/alloggio solidale, supporto psicopedagogico, accesso equo.
Riconoscimento e vigilanza
Comunicazione ad autorità competenti (Regione, Comune, Prefettura) con regolamento, piano educativo e organigramma. Possibile riconoscimento come struttura educativa o ente di formazione accreditato, con co-finanziamento pubblico. Vigilanza su sicurezza, igiene e qualità formativa affidata a organi territoriali e al Consiglio della Fondazione.
Lavoro Integrativo art. 16.2.1 Titolo VII
Nel caso in cui un allievo, cadetto o discente iscritto alla Fondazione Olivetti Tecnologia e Ricerca si trovi in comprovata condizione di difficoltà economica, tale da non poter sostenere in autonomia le spese di partecipazione al percorso formativo, e tale condizione sia dimostrata ogni oltre ragionevole dubbio, la Fondazione si impegna, compatibilmente con le risorse e le disponibilità locali, ad attivare una procedura di supporto attraverso l’inserimento lavorativo temporaneo.
A tal fine, l’interessato dovrà produrre una lettera formale di richiesta, corredata da una relazione dettagliata, contenente ogni elemento utile alla piena comprensione del contesto economico, sociale e familiare, e ogni documento ritenuto idoneo a comprovare la condizione dichiarata.
Qualora la richiesta venga accolta, la Fondazione potrà stipulare convenzioni operative con attività economiche del territorio circostante alla sede presso cui l’allievo risiede o è in formazione, privilegiando soggetti già aderenti alla rete associativa della Fondazione o che ne condividano valori e finalità.
Non è tuttavia garantito che la Fondazione sia in grado di individuare un’attività lavorativa compatibile con il percorso di studio, in quanto tale possibilità dipende dalle caratteristiche del territorio, dalle disponibilità del momento e dall’equilibrio con gli impegni formativi. L’attività lavorativa dovrà essere svolta esclusivamente al di fuori degli orari programmati di studio.
Le condizioni di lavoro saranno definite in modo trasparente e condiviso tra il cadetto, l’attività convenzionata e un delegato incaricato dalla Fondazione, che avrà il compito di supervisionare l’accordo e verificarne la regolarità e l’equità. Al socio cadetto sarà comunque richiesta unicamente la quota mensile prevista dal regolamento vigente, che potrà essere oggetto di riduzione o parziale compensazione in base agli accordi.
La Fondazione provvederà a monitorare con continuità l’esperienza lavorativa attivata, verificando l’aderenza ai parametri stabiliti e intervenendo in caso di criticità.
Il rifiuto ingiustificato di due proposte lavorative consecutive compatibili con il percorso formativo sarà motivo valido per l’esclusione dell’allievo dalla Fondazione, fatto salvo il diritto dell’interessato di presentare osservazioni scritte che saranno valutate in via preliminare dal Consiglio di disciplina della Fondazione.
Qualora il socio allievo cadetto decida di interrompere il percorso di studio all’interno della fondazione questo non lo esonera dal pagamento completo della quota qualora mantenga in essere il lavoro procuratogli dalla fondazione, in questo caso l’allievo autorizza sin da ora i datori di lavoro a versare per suo conto sino ad estinzione del debito totale le quote dovute direttamente alla fondazione.
Valori Mantenimento ISEE
La quota di mantenimento è relativa a vitto, alloggio, abbigliamento, attrezzatura di base condivisa, servizi domestici interni, viaggi e trasferte programmate per motivi di studio ed addestramento, partecipazione e fiere e congressi, partecipazione a seminari, materiali didattici, licenze ed accessi ai sistemi informativi e quanto altro descritto nel manuale del percorso.
Se invece vuoi usare la nostra intelligenza artificiale (GPT Olitec) e dialogare con lei puoi cliccare qui Avvia il GPT OLITEC
Arruolati
È il tuo momento. L’Italia ha bisogno di te.
Hai mai pensato di fare qualcosa di grande, che lasci un segno? Di mettere le tue capacità, la tua forza, la tua intelligenza e il tuo coraggio al servizio degli altri?
Arruolati oggi. Unisciti a chi ha scelto di non restare a guardare. Che tu sia uomo o donna, che tu venga da una grande città o da un piccolo paese, c’è un posto per te in una squadra che costruisce il futuro, protegge le vite, difende ciò che conta. Non è solo un lavoro. È una scelta di vita.
È l’inizio di un cammino che ti cambierà per sempre.