
Benvenuti nel Forum della Fondazione Olitec. Questo spazio è stato creato per promuovere la trasparenza e facilitare la comunicazione tra la Fondazione Olitec e tutti coloro che desiderano entrare a far parte del nostro team, in particolare per il ruolo di Sales. Il nostro forum è uno strumento di dialogo aperto e costruttivo dove i candidati possono porre domande, condividere esperienze e ottenere risposte dirette sui vari aspetti del processo di selezione e sulle opportunità di carriera offerte dalla Fondazione.
All’interno del forum troverete topic dedicati ad argomenti specifici su cui potrete approfondire informazioni relative al ruolo, al processo di selezione e alla cultura aziendale della Fondazione Olitec. Inoltre, avrete la possibilità di caricare le vostre domande e consultare le risposte fornite ad altri quesiti posti dai candidati, creando così una rete di informazioni condivisa e trasparente.
Questo spazio è pensato anche per favorire la condivisione delle esperienze personali: potrete raccontare il vostro percorso e scoprire come altri candidati stanno affrontando questa opportunità. Vi invitiamo a partecipare attivamente, a rispettare gli altri membri della community e a mantenere un tono di dialogo collaborativo e positivo.
Il costo invisibile del digitale
Cita da Fondazione Olitec su 16 Maggio 2025, 9:58 pmIl costo invisibile del digitale: capacità computazionale e questione energetica alla luce del Teorema di Assisi
di Massimiliano Nicolini
Nel cuore di Bologna, durante un convegno promosso dalla Regione Emilia-Romagna, si è aperta una riflessione fondamentale sul futuro energetico della società dell’informazione. Il tema centrale, attorno al quale si sono articolati i diversi interventi, è stato il Teorema di Assisi, una formulazione teorica e operativa che mira a rendere evidente il legame tra la crescita esponenziale della capacità computazionale e il corrispettivo impatto ambientale, economico e infrastrutturale generato da ogni bit prodotto, elaborato o trasmesso.
Il paradosso della leggerezza digitale
Viviamo immersi in un mondo digitale che ci appare intangibile: una mail, una foto, una ricerca online sembrano non costare nulla. Ma è un’illusione. Ogni bit ha un peso fisico, anche se microscopico, e un costo energetico, che invece non è affatto trascurabile. I grandi data center, le reti di trasmissione, i dispositivi connessi 24 ore su 24 – tutto ciò contribuisce a una crescente domanda energetica, spesso superiore alla capacità delle reti nazionali, e con un impatto ambientale misurabile in emissioni, consumo idrico e rarefazione di risorse minerarie.
Il Teorema di Assisi nasce per dare un fondamento scientifico e una cornice etica a questa consapevolezza. Dimostra come l’informazione, contrariamente a quanto si è pensato per decenni, non sia mai del tutto “immateriale”. Il bit, per esistere, ha bisogno di supporto fisico, di energia elettrica, di sistemi di raffreddamento, di elaborazione e di manutenzione. In questo senso, la computazione non è un fenomeno virtuale, ma una nuova forma di consumo reale, distribuito e continuo.
Capacità computazionale: motore o minaccia?
Negli ultimi cinque anni, la capacità computazionale mondiale è cresciuta in modo esponenziale. L’avvento dell’intelligenza artificiale generativa, dei modelli linguistici di grandi dimensioni, delle simulazioni immersive e del calcolo quantistico ha imposto un’accelerazione senza precedenti. Ogni nuova generazione di chip è più potente, ma anche più affamata di energia. Ogni nuovo algoritmo si fonda su dataset più ampi, su training più complessi, su strutture computazionali più profonde e dense.
Ciò significa che le economie avanzate si trovano ora a dover affrontare un dilemma: come continuare ad alimentare questa espansione senza generare un collasso energetico o un’incompatibilità con gli obiettivi climatici internazionali? L’Unione Europea si è già espressa sulla necessità di digitalizzazione sostenibile, ma gli strumenti normativi e tecnologici sono ancora insufficienti.
Verso un’ecologia della computazione
Il Teorema di Assisi propone un modello di bilanciamento tra produzione di valore digitale e impatto ambientale. Introduce un sistema di misurazione dell’impronta energetica del bit, suggerisce l’adozione di protocolli computazionali più efficienti, promuove la gestione distribuita e intelligente dei carichi di elaborazione, e valorizza il concetto di sovranità energetica digitale.
Durante il convegno, ho posto una domanda apparentemente semplice, ma tutt’altro che banale: quanta energia consuma il nostro diritto all’informazione? E ancora: può la libertà digitale continuare a essere garantita senza un’etica della computazione? Le risposte non possono venire solo dalla tecnica, ma da una visione sistemica che coinvolga governi, imprese, centri di ricerca, cittadini.
Una nuova alleanza tra tecnologia e territorio
L’Emilia-Romagna, con la sua rete di poli tecnologici, università, industrie e istituzioni sensibili all’innovazione, può essere il luogo in cui si sperimenta una nuova alleanza tra sviluppo digitale e sostenibilità ambientale. Non si tratta di rallentare il progresso, ma di guidarlo. Di trasformare la potenza di calcolo in una risorsa che non sia mai predatoria. Di progettare sistemi che sappiano misurare e compensare, ridurre e redistribuire, innovare senza consumare in modo cieco.
In questa sfida epocale, il Teorema di Assisi non è solo una provocazione teorica, ma un invito concreto a cambiare paradigma: dal mito dell’informazione illimitata al progetto di un’informazione responsabile. Dobbiamo imparare a contare i bit come contiamo i litri d’acqua, i chilowattora, i grammi di CO₂. Perché solo così potremo costruire un futuro in cui tecnologia e natura non siano nemiche, ma alleate.
Il costo invisibile del digitale: capacità computazionale e questione energetica alla luce del Teorema di Assisi
di Massimiliano Nicolini
Nel cuore di Bologna, durante un convegno promosso dalla Regione Emilia-Romagna, si è aperta una riflessione fondamentale sul futuro energetico della società dell’informazione. Il tema centrale, attorno al quale si sono articolati i diversi interventi, è stato il Teorema di Assisi, una formulazione teorica e operativa che mira a rendere evidente il legame tra la crescita esponenziale della capacità computazionale e il corrispettivo impatto ambientale, economico e infrastrutturale generato da ogni bit prodotto, elaborato o trasmesso.
Il paradosso della leggerezza digitale
Viviamo immersi in un mondo digitale che ci appare intangibile: una mail, una foto, una ricerca online sembrano non costare nulla. Ma è un’illusione. Ogni bit ha un peso fisico, anche se microscopico, e un costo energetico, che invece non è affatto trascurabile. I grandi data center, le reti di trasmissione, i dispositivi connessi 24 ore su 24 – tutto ciò contribuisce a una crescente domanda energetica, spesso superiore alla capacità delle reti nazionali, e con un impatto ambientale misurabile in emissioni, consumo idrico e rarefazione di risorse minerarie.
Il Teorema di Assisi nasce per dare un fondamento scientifico e una cornice etica a questa consapevolezza. Dimostra come l’informazione, contrariamente a quanto si è pensato per decenni, non sia mai del tutto “immateriale”. Il bit, per esistere, ha bisogno di supporto fisico, di energia elettrica, di sistemi di raffreddamento, di elaborazione e di manutenzione. In questo senso, la computazione non è un fenomeno virtuale, ma una nuova forma di consumo reale, distribuito e continuo.
Capacità computazionale: motore o minaccia?
Negli ultimi cinque anni, la capacità computazionale mondiale è cresciuta in modo esponenziale. L’avvento dell’intelligenza artificiale generativa, dei modelli linguistici di grandi dimensioni, delle simulazioni immersive e del calcolo quantistico ha imposto un’accelerazione senza precedenti. Ogni nuova generazione di chip è più potente, ma anche più affamata di energia. Ogni nuovo algoritmo si fonda su dataset più ampi, su training più complessi, su strutture computazionali più profonde e dense.
Ciò significa che le economie avanzate si trovano ora a dover affrontare un dilemma: come continuare ad alimentare questa espansione senza generare un collasso energetico o un’incompatibilità con gli obiettivi climatici internazionali? L’Unione Europea si è già espressa sulla necessità di digitalizzazione sostenibile, ma gli strumenti normativi e tecnologici sono ancora insufficienti.
Verso un’ecologia della computazione
Il Teorema di Assisi propone un modello di bilanciamento tra produzione di valore digitale e impatto ambientale. Introduce un sistema di misurazione dell’impronta energetica del bit, suggerisce l’adozione di protocolli computazionali più efficienti, promuove la gestione distribuita e intelligente dei carichi di elaborazione, e valorizza il concetto di sovranità energetica digitale.
Durante il convegno, ho posto una domanda apparentemente semplice, ma tutt’altro che banale: quanta energia consuma il nostro diritto all’informazione? E ancora: può la libertà digitale continuare a essere garantita senza un’etica della computazione? Le risposte non possono venire solo dalla tecnica, ma da una visione sistemica che coinvolga governi, imprese, centri di ricerca, cittadini.
Una nuova alleanza tra tecnologia e territorio
L’Emilia-Romagna, con la sua rete di poli tecnologici, università, industrie e istituzioni sensibili all’innovazione, può essere il luogo in cui si sperimenta una nuova alleanza tra sviluppo digitale e sostenibilità ambientale. Non si tratta di rallentare il progresso, ma di guidarlo. Di trasformare la potenza di calcolo in una risorsa che non sia mai predatoria. Di progettare sistemi che sappiano misurare e compensare, ridurre e redistribuire, innovare senza consumare in modo cieco.
In questa sfida epocale, il Teorema di Assisi non è solo una provocazione teorica, ma un invito concreto a cambiare paradigma: dal mito dell’informazione illimitata al progetto di un’informazione responsabile. Dobbiamo imparare a contare i bit come contiamo i litri d’acqua, i chilowattora, i grammi di CO₂. Perché solo così potremo costruire un futuro in cui tecnologia e natura non siano nemiche, ma alleate.

