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Benvenuti nel Forum della Fondazione Olitec. Questo spazio è stato creato per promuovere la trasparenza e facilitare la comunicazione tra la Fondazione Olitec e tutti coloro che desiderano entrare a far parte del nostro team, in particolare per il ruolo di Sales. Il nostro forum è uno strumento di dialogo aperto e costruttivo dove i candidati possono porre domande, condividere esperienze e ottenere risposte dirette sui vari aspetti del processo di selezione e sulle opportunità di carriera offerte dalla Fondazione.

All’interno del forum troverete topic dedicati ad argomenti specifici su cui potrete approfondire informazioni relative al ruolo, al processo di selezione e alla cultura aziendale della Fondazione Olitec. Inoltre, avrete la possibilità di caricare le vostre domande e consultare le risposte fornite ad altri quesiti posti dai candidati, creando così una rete di informazioni condivisa e trasparente.

Questo spazio è pensato anche per favorire la condivisione delle esperienze personali: potrete raccontare il vostro percorso e scoprire come altri candidati stanno affrontando questa opportunità. Vi invitiamo a partecipare attivamente, a rispettare gli altri membri della community e a mantenere un tono di dialogo collaborativo e positivo.

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Architetti di salute algoritmica: la medicina del lavoro verso il 2040

Di Alessandro Zaffina

Sifanno G1, Zaffina S2

University of Bari, Interdisciplinary Department of Medicine, Occupational Medicine Unit, Bari, Italy

Coordinator of Italian Medical Residency of Occupational Health 

Head of Occupational Health Unit, Bambino Gesù Children's Hospital, Rome

1. Introduzione personale

“Il medico del lavoro del futuro non userà solo lo stetoscopio, ma anche dashboard predittive. Tra algoritmi ed ergonomia, stiamo riscrivendo il nostro mestiere, sviluppando un approccio alla professione che unisce didattica, innovazione e responsabilità sociale. Viviamo il nostro ruolo come punto di intersezione tra formazione, progresso tecnologico e trasformazione culturale.
Con l’ingresso massivo delle tecnologie digitali nei contesti lavorativi, il nostro mestiere si sta ridefinendo: non più solo prevenzione dei rischi noti, ma anche previsione di quelli emergenti e prevenzione personalizzata che unisce le caratteristiche genetiche ed epigenetiche individuali al livello di esposizione al rischio. Non solo quindi vigilanza formale ed aspetti mandatori, ma lettura proattiva e tempestiva dei segnali di rischio su cui agire prioritariamente.

2. Il cambiamento in atto

Il nostro settore è sotto pressione: carenza di medici, normative obsolete, scarsa attrattività per i giovani, frammentazione tra gli attori. Secondo la Fondazione GIMBE, oltre il 52% dei medici di medicina generale nel 2024 supera i 1.500 assistiti e più di 7.300 andranno in pensione entro il 2027. Una dinamica simile si osserva anche nella medicina del lavoro, dove oltre il 50% dei professionisti ha più di 55 anni. Si profila una crisi di ricambio che mette a rischio l’integrità del sistema.

Eppure, proprio da questa criticità può emergere un cambio di paradigma. L’intelligenza artificiale, i wearable, la bioinformatica e le interfacce immersive stanno entrando nei luoghi di lavoro, trasformando la medicina del lavoro in una disciplina predittiva e adattiva. In un contesto segnato da gig economy, lavoro agile e nuove vulnerabilità psicosociali, non basta più gestire l’esistente: bisogna anticipare ciò che ancora non si è manifestato.

I dispositivi wearable oggi in uso in diversi contesti industriali e sanitari consentono il monitoraggio continuo di parametri fisiologici e ambientali: frequenza cardiaca, sudorazione, micro-movimenti, rigidità muscolare, postura, vibrazioni, esposizione a rumore e temperatura. Integrati con algoritmi di intelligenza artificiale, generano allarmi predittivi, dashboard personalizzate e persino suggerimenti per pause correttive. Alcuni modelli impiegano sensori vibrotattili che si attivano al superamento di soglie individuali di rischio. L’IA consente anche il riconoscimento precoce di pattern comportamentali anomali, stress cronico o rischio di Burn-out.

Gruppo di medici che indossano camici bianchi e mascherine chirurgiche, osservano dispozitivi elettronici in un ambiente medico high-tech.

In più contesti abbiamo simulato come un wearable possa rilevare sovraccarichi Bio-meccanici prima che il lavoratore ne percepisca gli effetti. Questi strumenti non sono più tecnologie di frontiera, ma applicazioni già operative.

Oltre ai wearable, si stanno diffondendo assistenti intelligenti come Me Gemma, una suite multimodale di Google DeepMind capace di analizzare immagini radiologiche e dermatologiche e generare referti o ipotesi diagnostiche. In ambito gestionale, strumenti come Dragon Copilot (Microsoft) supportano i clinici nella gestione documentale, nella ricerca dei dati e nella riduzione del carico burocratico.

Queste innovazioni mostrano il potenziale delle tecnologie BRIA nel liberare tempo da dedicare realmente alla cura, ma pongono anche interrogativi profondi: come preservare la relazione medico-lavoratore, l’ascolto, l’etica del dubbio? Come ricorda il New England Journal of Medicine, “la medicina è una scienza umana prima che un algoritmo”.

3. Prospettive future

Entro il 2040, la medicina del lavoro potrebbe assumere un ruolo centrale nella sanità pubblica e nella regolazione del lavoro digitale. Servirà un approccio sistematico, interprofessionale, capace di integrare competenze cliniche, tecnologiche, comunicative ed etiche. L’evoluzione del lavoro, tra individualizzazione dei rischi, autonomia organizzativa e superamento dei luoghi fisici, renderà obsoleti molti modelli operativi attuali.

Secondo gli scenari elaborati dall’ETUI (European Trade Union Institute), ci attendono quattro futuri possibili: 

- uno centrato sulla produttività, dominato da algoritmi e sorveglianza permanente;

- uno sull’autonomia, dove ogni lavoratore gestisce in solitudine la propria salute e sicurezza;

- uno sulla protezione, segnato da disuguaglianze e tecnologie orientate al profitto;

- uno sul benessere, dove salute e partecipazione convergono in un nuovo patto sociale condiviso.

Nel modello del “benessere”, salute mentale, parità di genere, sostenibilità e partecipazione diventano pilastri operativi. L’architettura dei luoghi di lavoro è progettata per favorire attenzione, recupero e adattamento, con strumenti intelligenti e processi decisionali condivisi. Ma questo scenario richiede scelte consapevoli fin da oggi.

4. Conclusione

Il medico del lavoro del futuro non sarà confinato in uno studio, ma si muoverà tra spazi fisici e digitali, ovunque si costruisca il lavoro. Sarà progettista di salute, ponte tra innovazione e diritti. Dovrà saper decifrare dati, riconoscere i bisogni delle persone e contribuire a una nuova infrastruttura sociale e lavorativa.

La medicina del lavoro può trasformarsi in un osservatorio avanzato sul cambiamento del lavoro e della salute. Perché la salute non è un costo, ma una scelta strategica. E il futuro come diceva Gibson è già qui, anche se non è ancora distribuito uniformemente. Spetta a noi – giovani specialisti, formatori, decisori – scegliere se essere spettatori o autori di questo cambiamento.