Benvenuti nel Forum della Fondazione Olitec. Questo spazio è stato creato per promuovere la trasparenza e facilitare la comunicazione tra la Fondazione Olitec e tutti coloro che desiderano entrare a far parte del nostro team, in particolare per il ruolo di Sales. Il nostro forum è uno strumento di dialogo aperto e costruttivo dove i candidati possono porre domande, condividere esperienze e ottenere risposte dirette sui vari aspetti del processo di selezione e sulle opportunità di carriera offerte dalla Fondazione.
All’interno del forum troverete topic dedicati ad argomenti specifici su cui potrete approfondire informazioni relative al ruolo, al processo di selezione e alla cultura aziendale della Fondazione Olitec. Inoltre, avrete la possibilità di caricare le vostre domande e consultare le risposte fornite ad altri quesiti posti dai candidati, creando così una rete di informazioni condivisa e trasparente.
Questo spazio è pensato anche per favorire la condivisione delle esperienze personali: potrete raccontare il vostro percorso e scoprire come altri candidati stanno affrontando questa opportunità. Vi invitiamo a partecipare attivamente, a rispettare gli altri membri della community e a mantenere un tono di dialogo collaborativo e positivo.
University of Bari, Interdisciplinary Department of Medicine, Occupational Medicine Unit, Bari, Italy
Coordinator of Italian Medical Residency of Occupational Health
Head of Occupational Health Unit, Bambino Gesù Children's Hospital, Rome
1. Introduzione personale
“Il medico del lavoro del futuro non userà solo lo stetoscopio, ma anche dashboard predittive. Tra algoritmi ed ergonomia, stiamo riscrivendo il nostro mestiere, sviluppando un approccio alla professione che unisce didattica, innovazione e responsabilità sociale. Viviamo il nostro ruolo come punto di intersezione tra formazione, progresso tecnologico e trasformazione culturale. Con l’ingresso massivo delle tecnologie digitali nei contesti lavorativi, il nostro mestiere si sta ridefinendo: non più solo prevenzione dei rischi noti, ma anche previsione di quelli emergenti e prevenzione personalizzata che unisce le caratteristiche genetiche ed epigenetiche individuali al livello di esposizione al rischio. Non solo quindi vigilanza formale ed aspetti mandatori, ma lettura proattiva e tempestiva dei segnali di rischio su cui agire prioritariamente.
2. Il cambiamento in atto
Il nostro settore è sotto pressione: carenza di medici, normative obsolete, scarsa attrattività per i giovani, frammentazione tra gli attori. Secondo la Fondazione GIMBE, oltre il 52% dei medici di medicina generale nel 2024 supera i 1.500 assistiti e più di 7.300 andranno in pensione entro il 2027. Una dinamica simile si osserva anche nella medicina del lavoro, dove oltre il 50% dei professionisti ha più di 55 anni. Si profila una crisi di ricambio che mette a rischio l’integrità del sistema.
Eppure, proprio da questa criticità può emergere un cambio di paradigma. L’intelligenza artificiale, i wearable, la bioinformatica e le interfacce immersive stanno entrando nei luoghi di lavoro, trasformando la medicina del lavoro in una disciplina predittiva e adattiva. In un contesto segnato da gig economy, lavoro agile e nuove vulnerabilità psicosociali, non basta più gestire l’esistente: bisogna anticipare ciò che ancora non si è manifestato.
I dispositivi wearable oggi in uso in diversi contesti industriali e sanitari consentono il monitoraggio continuo di parametri fisiologici e ambientali: frequenza cardiaca, sudorazione, micro-movimenti, rigidità muscolare, postura, vibrazioni, esposizione a rumore e temperatura. Integrati con algoritmi di intelligenza artificiale, generano allarmi predittivi, dashboard personalizzate e persino suggerimenti per pause correttive. Alcuni modelli impiegano sensori vibrotattili che si attivano al superamento di soglie individuali di rischio. L’IA consente anche il riconoscimento precoce di pattern comportamentali anomali, stress cronico o rischio di Burn-out.
In più contesti abbiamo simulato come un wearable possa rilevare sovraccarichi Bio-meccanici prima che il lavoratore ne percepisca gli effetti. Questi strumenti non sono più tecnologie di frontiera, ma applicazioni già operative.
Oltre ai wearable, si stanno diffondendo assistenti intelligenti come Me Gemma, una suite multimodale di Google DeepMind capace di analizzare immagini radiologiche e dermatologiche e generare referti o ipotesi diagnostiche. In ambito gestionale, strumenti come Dragon Copilot (Microsoft) supportano i clinici nella gestione documentale, nella ricerca dei dati e nella riduzione del carico burocratico.
Queste innovazioni mostrano il potenziale delle tecnologie BRIA nel liberare tempo da dedicare realmente alla cura, ma pongono anche interrogativi profondi: come preservare la relazione medico-lavoratore, l’ascolto, l’etica del dubbio? Come ricorda il New England Journal of Medicine, “la medicina è una scienza umana prima che un algoritmo”.
3. Prospettive future
Entro il 2040, la medicina del lavoro potrebbe assumere un ruolo centrale nella sanità pubblica e nella regolazione del lavoro digitale. Servirà un approccio sistematico, interprofessionale, capace di integrare competenze cliniche, tecnologiche, comunicative ed etiche. L’evoluzione del lavoro, tra individualizzazione dei rischi, autonomia organizzativa e superamento dei luoghi fisici, renderà obsoleti molti modelli operativi attuali.
Secondo gli scenari elaborati dall’ETUI (European Trade Union Institute), ci attendono quattro futuri possibili:
- uno centrato sulla produttività, dominato da algoritmi e sorveglianza permanente;
- uno sull’autonomia, dove ogni lavoratore gestisce in solitudine la propria salute e sicurezza;
- uno sulla protezione, segnato da disuguaglianze e tecnologie orientate al profitto;
- uno sul benessere, dove salute e partecipazione convergono in un nuovo patto sociale condiviso.
Nel modello del “benessere”, salute mentale, parità di genere, sostenibilità e partecipazione diventano pilastri operativi. L’architettura dei luoghi di lavoro è progettata per favorire attenzione, recupero e adattamento, con strumenti intelligenti e processi decisionali condivisi. Ma questo scenario richiede scelte consapevoli fin da oggi.
4. Conclusione
Il medico del lavoro del futuro non sarà confinato in uno studio, ma si muoverà tra spazi fisici e digitali, ovunque si costruisca il lavoro. Sarà progettista di salute, ponte tra innovazione e diritti. Dovrà saper decifrare dati, riconoscere i bisogni delle persone e contribuire a una nuova infrastruttura sociale e lavorativa.
La medicina del lavoro può trasformarsi in un osservatorio avanzato sul cambiamento del lavoro e della salute. Perché la salute non è un costo, ma una scelta strategica. E il futuro come diceva Gibson è già qui, anche se non è ancora distribuito uniformemente. Spetta a noi – giovani specialisti, formatori, decisori – scegliere se essere spettatori o autori di questo cambiamento.
Di Alessandro Zaffina
Sifanno G1, Zaffina S2
University of Bari, Interdisciplinary Department of Medicine, Occupational Medicine Unit, Bari, Italy
Coordinator of Italian Medical Residency of Occupational Health
Head of Occupational Health Unit, Bambino Gesù Children's Hospital, Rome
1. Introduzione personale
“Il medico del lavoro del futuro non userà solo lo stetoscopio, ma anche dashboard predittive. Tra algoritmi ed ergonomia, stiamo riscrivendo il nostro mestiere, sviluppando un approccio alla professione che unisce didattica, innovazione e responsabilità sociale. Viviamo il nostro ruolo come punto di intersezione tra formazione, progresso tecnologico e trasformazione culturale. Con l’ingresso massivo delle tecnologie digitali nei contesti lavorativi, il nostro mestiere si sta ridefinendo: non più solo prevenzione dei rischi noti, ma anche previsione di quelli emergenti e prevenzione personalizzata che unisce le caratteristiche genetiche ed epigenetiche individuali al livello di esposizione al rischio. Non solo quindi vigilanza formale ed aspetti mandatori, ma lettura proattiva e tempestiva dei segnali di rischio su cui agire prioritariamente.
2. Il cambiamento in atto
Il nostro settore è sotto pressione: carenza di medici, normative obsolete, scarsa attrattività per i giovani, frammentazione tra gli attori. Secondo la Fondazione GIMBE, oltre il 52% dei medici di medicina generale nel 2024 supera i 1.500 assistiti e più di 7.300 andranno in pensione entro il 2027. Una dinamica simile si osserva anche nella medicina del lavoro, dove oltre il 50% dei professionisti ha più di 55 anni. Si profila una crisi di ricambio che mette a rischio l’integrità del sistema.
Eppure, proprio da questa criticità può emergere un cambio di paradigma. L’intelligenza artificiale, i wearable, la bioinformatica e le interfacce immersive stanno entrando nei luoghi di lavoro, trasformando la medicina del lavoro in una disciplina predittiva e adattiva. In un contesto segnato da gig economy, lavoro agile e nuove vulnerabilità psicosociali, non basta più gestire l’esistente: bisogna anticipare ciò che ancora non si è manifestato.
I dispositivi wearable oggi in uso in diversi contesti industriali e sanitari consentono il monitoraggio continuo di parametri fisiologici e ambientali: frequenza cardiaca, sudorazione, micro-movimenti, rigidità muscolare, postura, vibrazioni, esposizione a rumore e temperatura. Integrati con algoritmi di intelligenza artificiale, generano allarmi predittivi, dashboard personalizzate e persino suggerimenti per pause correttive. Alcuni modelli impiegano sensori vibrotattili che si attivano al superamento di soglie individuali di rischio. L’IA consente anche il riconoscimento precoce di pattern comportamentali anomali, stress cronico o rischio di Burn-out.
In più contesti abbiamo simulato come un wearable possa rilevare sovraccarichi Bio-meccanici prima che il lavoratore ne percepisca gli effetti. Questi strumenti non sono più tecnologie di frontiera, ma applicazioni già operative.
Oltre ai wearable, si stanno diffondendo assistenti intelligenti come Me Gemma, una suite multimodale di Google DeepMind capace di analizzare immagini radiologiche e dermatologiche e generare referti o ipotesi diagnostiche. In ambito gestionale, strumenti come Dragon Copilot (Microsoft) supportano i clinici nella gestione documentale, nella ricerca dei dati e nella riduzione del carico burocratico.
Queste innovazioni mostrano il potenziale delle tecnologie BRIA nel liberare tempo da dedicare realmente alla cura, ma pongono anche interrogativi profondi: come preservare la relazione medico-lavoratore, l’ascolto, l’etica del dubbio? Come ricorda il New England Journal of Medicine, “la medicina è una scienza umana prima che un algoritmo”.
3. Prospettive future
Entro il 2040, la medicina del lavoro potrebbe assumere un ruolo centrale nella sanità pubblica e nella regolazione del lavoro digitale. Servirà un approccio sistematico, interprofessionale, capace di integrare competenze cliniche, tecnologiche, comunicative ed etiche. L’evoluzione del lavoro, tra individualizzazione dei rischi, autonomia organizzativa e superamento dei luoghi fisici, renderà obsoleti molti modelli operativi attuali.
Secondo gli scenari elaborati dall’ETUI (European Trade Union Institute), ci attendono quattro futuri possibili:
- uno centrato sulla produttività, dominato da algoritmi e sorveglianza permanente;
- uno sull’autonomia, dove ogni lavoratore gestisce in solitudine la propria salute e sicurezza;
- uno sulla protezione, segnato da disuguaglianze e tecnologie orientate al profitto;
- uno sul benessere, dove salute e partecipazione convergono in un nuovo patto sociale condiviso.
Nel modello del “benessere”, salute mentale, parità di genere, sostenibilità e partecipazione diventano pilastri operativi. L’architettura dei luoghi di lavoro è progettata per favorire attenzione, recupero e adattamento, con strumenti intelligenti e processi decisionali condivisi. Ma questo scenario richiede scelte consapevoli fin da oggi.
4. Conclusione
Il medico del lavoro del futuro non sarà confinato in uno studio, ma si muoverà tra spazi fisici e digitali, ovunque si costruisca il lavoro. Sarà progettista di salute, ponte tra innovazione e diritti. Dovrà saper decifrare dati, riconoscere i bisogni delle persone e contribuire a una nuova infrastruttura sociale e lavorativa.
La medicina del lavoro può trasformarsi in un osservatorio avanzato sul cambiamento del lavoro e della salute. Perché la salute non è un costo, ma una scelta strategica. E il futuro come diceva Gibson è già qui, anche se non è ancora distribuito uniformemente. Spetta a noi – giovani specialisti, formatori, decisori – scegliere se essere spettatori o autori di questo cambiamento.
Modello di vita, studio e servizio nella Fondazione
Definizione e visione
La comunità educativa è un ecosistema residenziale e laboratoriale che integra vita, studio e responsabilità. Non è solo un luogo, ma un progetto intenzionale di crescita umana e professionale fondato su fraternità, disciplina morale, rispetto e cooperazione.
FraternitàDisciplinaServizioTecnologie BRIA
Valori e ispirazione
Principi francescani di sobrietà e solidarietà, dignità della persona e diritto allo studio. La tecnologia è umanizzata per formare persone libere, competenti e responsabili.
Umano al centro
Norme di riferimento
Codice Civile (artt. 14–42 c.c.)
Consente alle fondazioni di perseguire scopi educativi e gestire strutture come convitti, campus e studentati in coerenza con lo scopo statutario.
D.Lgs. 117/2017 — Codice del Terzo Settore
Artt. 5–6: attività di interesse generale educative e formative
Comprendono istruzione, formazione professionale e percorsi comunitari di crescita personale, anche in forma residenziale.; art. 55: co-programmazione e co-progettazione con PA.
Legge 328/2000 — Sistema integrato di interventi sociali
Riconosce le comunità educative come strumenti di inclusione e prevenzione della dispersione, nel quadro del principio di sussidiarietà.
D.P.R. 616/1977
Attribuisce alle Regioni competenze su riconoscimento e sostegno a strutture educative private con finalità pubbliche e sociali.
Convenzione ONU Diritti del Fanciullo
Artt. 29 e 31: diritto ad un’educazione che sviluppi pienamente la personalità e i talenti in contesti che promuovano dignità e solidarietà.
Compliance trasversale
GDPR (UE 2016/679) per protezione dati; D.Lgs. 81/2008 per salute e sicurezza degli ambienti comunitari.
Struttura organizzativa
Direttore / Coordinatore Responsabile della disciplina, del regolamento e della gestione quotidiana.
Tutor e Formatori BRIA Guidano l’apprendimento tecnico e comportamentale; monitoraggio del percorso.
Educatori civici Custodi di fraternità, rispetto, inclusione, legalità e servizio alla comunità.
Cadetti Residenti o non residenti, selezionati e vincolati al giuramento e al regolamento interno.
Percorso tipo
Orientamento (3 mesi)
Accoglienza, studio del regolamento, fraternità, alfabetizzazione BRIA, sicurezza e privacy.
Addestramento (15 mesi)
Laboratori BRIA, project work, tirocinio interno, vita comunitaria assistita.
Studio accademico (fino a 36 mesi)
Laurea triennale in sincronia con l’addestramento: cybersecurity, informatica, IA.
Regolamento e responsabilità
Diritti e doveri, criteri di ammissione e permanenza.
Convivenza, turnazioni di servizio, decoro degli spazi comuni.
Salute, sicurezza (D.Lgs. 81/2008) e protezione dati (GDPR).
Finalità
Personale e civica: responsabilità, appartenenza, autonomia e spirito critico.
Inclusione e dignità: vitto/alloggio solidale, supporto psicopedagogico, accesso equo.
Riconoscimento e vigilanza
Comunicazione ad autorità competenti (Regione, Comune, Prefettura) con regolamento, piano educativo e organigramma. Possibile riconoscimento come struttura educativa o ente di formazione accreditato, con co-finanziamento pubblico. Vigilanza su sicurezza, igiene e qualità formativa affidata a organi territoriali e al Consiglio della Fondazione.
Lavoro Integrativo art. 16.2.1 Titolo VII
Nel caso in cui un allievo, cadetto o discente iscritto alla Fondazione Olivetti Tecnologia e Ricerca si trovi in comprovata condizione di difficoltà economica, tale da non poter sostenere in autonomia le spese di partecipazione al percorso formativo, e tale condizione sia dimostrata ogni oltre ragionevole dubbio, la Fondazione si impegna, compatibilmente con le risorse e le disponibilità locali, ad attivare una procedura di supporto attraverso l’inserimento lavorativo temporaneo.
A tal fine, l’interessato dovrà produrre una lettera formale di richiesta, corredata da una relazione dettagliata, contenente ogni elemento utile alla piena comprensione del contesto economico, sociale e familiare, e ogni documento ritenuto idoneo a comprovare la condizione dichiarata.
Qualora la richiesta venga accolta, la Fondazione potrà stipulare convenzioni operative con attività economiche del territorio circostante alla sede presso cui l’allievo risiede o è in formazione, privilegiando soggetti già aderenti alla rete associativa della Fondazione o che ne condividano valori e finalità.
Non è tuttavia garantito che la Fondazione sia in grado di individuare un’attività lavorativa compatibile con il percorso di studio, in quanto tale possibilità dipende dalle caratteristiche del territorio, dalle disponibilità del momento e dall’equilibrio con gli impegni formativi. L’attività lavorativa dovrà essere svolta esclusivamente al di fuori degli orari programmati di studio.
Le condizioni di lavoro saranno definite in modo trasparente e condiviso tra il cadetto, l’attività convenzionata e un delegato incaricato dalla Fondazione, che avrà il compito di supervisionare l’accordo e verificarne la regolarità e l’equità. Al socio cadetto sarà comunque richiesta unicamente la quota mensile prevista dal regolamento vigente, che potrà essere oggetto di riduzione o parziale compensazione in base agli accordi.
La Fondazione provvederà a monitorare con continuità l’esperienza lavorativa attivata, verificando l’aderenza ai parametri stabiliti e intervenendo in caso di criticità.
Il rifiuto ingiustificato di due proposte lavorative consecutive compatibili con il percorso formativo sarà motivo valido per l’esclusione dell’allievo dalla Fondazione, fatto salvo il diritto dell’interessato di presentare osservazioni scritte che saranno valutate in via preliminare dal Consiglio di disciplina della Fondazione.
Qualora il socio allievo cadetto decida di interrompere il percorso di studio all’interno della fondazione questo non lo esonera dal pagamento completo della quota qualora mantenga in essere il lavoro procuratogli dalla fondazione, in questo caso l’allievo autorizza sin da ora i datori di lavoro a versare per suo conto sino ad estinzione del debito totale le quote dovute direttamente alla fondazione.
Valori Mantenimento ISEE
La quota di mantenimento è relativa a vitto, alloggio, abbigliamento, attrezzatura di base condivisa, servizi domestici interni, viaggi e trasferte programmate per motivi di studio ed addestramento, partecipazione e fiere e congressi, partecipazione a seminari, materiali didattici, licenze ed accessi ai sistemi informativi e quanto altro descritto nel manuale del percorso.
Se invece vuoi usare la nostra intelligenza artificiale (GPT Olitec) e dialogare con lei puoi cliccare qui Avvia il GPT OLITEC
Arruolati
È il tuo momento. L’Italia ha bisogno di te.
Hai mai pensato di fare qualcosa di grande, che lasci un segno? Di mettere le tue capacità, la tua forza, la tua intelligenza e il tuo coraggio al servizio degli altri?
Arruolati oggi. Unisciti a chi ha scelto di non restare a guardare. Che tu sia uomo o donna, che tu venga da una grande città o da un piccolo paese, c’è un posto per te in una squadra che costruisce il futuro, protegge le vite, difende ciò che conta. Non è solo un lavoro. È una scelta di vita.
È l’inizio di un cammino che ti cambierà per sempre.