Forum

Benvenuti nel Forum della Fondazione Olitec. Questo spazio è stato creato per promuovere la trasparenza e facilitare la comunicazione tra la Fondazione Olitec e tutti coloro che desiderano entrare a far parte del nostro team, in particolare per il ruolo di Sales. Il nostro forum è uno strumento di dialogo aperto e costruttivo dove i candidati possono porre domande, condividere esperienze e ottenere risposte dirette sui vari aspetti del processo di selezione e sulle opportunità di carriera offerte dalla Fondazione.

All’interno del forum troverete topic dedicati ad argomenti specifici su cui potrete approfondire informazioni relative al ruolo, al processo di selezione e alla cultura aziendale della Fondazione Olitec. Inoltre, avrete la possibilità di caricare le vostre domande e consultare le risposte fornite ad altri quesiti posti dai candidati, creando così una rete di informazioni condivisa e trasparente.

Questo spazio è pensato anche per favorire la condivisione delle esperienze personali: potrete raccontare il vostro percorso e scoprire come altri candidati stanno affrontando questa opportunità. Vi invitiamo a partecipare attivamente, a rispettare gli altri membri della community e a mantenere un tono di dialogo collaborativo e positivo.

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A Lodi un seminario di quattro ore accende il dibattito su tecnologia, musica immersiva e impresa: l’Europa non può più restare a guardare

Di Nicolini Massimiliano


Ieri sera, nella città di Lodi, si è svolto un seminario che, senza esagerazioni, può essere definito un evento culturale e generazionale. Organizzato con intelligenza e lungimiranza dall’associazione Lodi Liberale, ha visto la partecipazione attiva di un pubblico variegato e numeroso, con una sorprendente presenza di giovani, imprenditori, educatori e curiosi di ogni età. L’incontro è durato oltre due ore all’interno della sala, ma ciò che ha colpito maggiormente è stato quanto è accaduto dopo: un prolungato dialogo spontaneo, durato altre due ore all’esterno, tra studenti, cittadini e relatori, in un clima di confronto autentico e partecipato.

Il titolo e i contenuti dell'incontro – “Starlink, musica in realtà immersiva e impresa” – potrebbero sembrare distanti tra loro, ma si sono rivelati tessere di un unico mosaico: la trasformazione epocale che stiamo vivendo. A discuterne, al mio fianco, due figure di spessore: Victoria Leoni, divulgatrice acuta e instancabile costruttrice di ponti tra cultura e nuove generazioni, e Giovanni Mocchi, vicepresidente del gruppo Zucchetti, che ha offerto una visione concreta e illuminata sul futuro dell’impresa italiana.

Gruppo di persone sorridenti riunito in una sala, di fronte a un poster su un evento culturale a Lodi, Italia.

La conversazione è stata viva, punteggiata da domande del pubblico e da riflessioni che hanno toccato corde profonde. Il punto da cui siamo partiti è semplice quanto fondamentale: non possiamo più permetterci di vivere la tecnologia come una realtà esterna, che ci capita addosso. Dobbiamo comprenderla, plasmarla, anticiparla. L’epoca delle tecnologie neutre è finita. L’uso che ne facciamo, i valori che decidiamo di inserirvi, le logiche con cui le costruiamo, determinano il nostro destino collettivo.

Starlink: connettere mondi, ridisegnare geografie

L’apertura è stata dedicata a Starlink, la rete satellitare globale sviluppata da SpaceX. Non un gadget futuristico, ma una vera infrastruttura planetaria destinata a riscrivere le geografie digitali. Con Starlink, anche le zone più isolate possono accedere a una connettività stabile, veloce e globale. In contesti come quello lodigiano – dove convivono eccellenze produttive e territori meno connessi – tale tecnologia rappresenta una leva di equità e innovazione, un’occasione per dare accesso a nuove opportunità economiche, formative e sociali.

Ma attenzione: una tecnologia non porta automaticamente progresso, se non è accompagnata da cultura, visione politica e partecipazione consapevole. Da qui l’urgenza di formare cittadini e imprenditori digitalmente preparati, capaci di usare questi strumenti per migliorare la qualità della vita e generare nuova occupazione.

Musica in realtà immersiva: un nuovo linguaggio per il mondo

Il secondo grande tema affrontato è stato quello della musica in realtà immersiva, un campo in rapida espansione che unisce arte, neuroscienza, tecnologia e design sensoriale. Non si tratta solo di un’esperienza spettacolare: la musica immersiva rappresenta un nuovo codice linguistico, un mezzo potente per l’espressione, la cura, la didattica, la creazione di ambienti digitali empatici.

Abbiamo mostrato esempi concreti, fatto ascoltare estratti, parlato di progetti già avviati nelle scuole e negli ospedali. È stato emozionante vedere lo stupore nei volti dei giovani, che si sono riconosciuti in questo modo di comunicare più libero, multisensoriale, vicino al loro vissuto.

Victoria Leoni, in particolare, ha sottolineato l’importanza di restituire ai giovani strumenti per raccontarsi attraverso forme che parlano la loro lingua, non imponendo un modello obsoleto ma ascoltandone il battito interno.

L’impresa come attore culturale: la visione di Zucchetti

Giovanni Mocchi, con lo stile che lo contraddistingue – sobrio, concreto ma sempre acuto – ha riportato la riflessione sul terreno dell’economia reale. Le imprese non possono più permettersi di essere meri fornitori di prodotti: devono diventare attori culturali, promotori di senso, costruttori di comunità. L’innovazione tecnologica non è solo una questione di software o macchine, ma di valori, persone e formazione continua.

Ha raccontato esempi tratti dall’esperienza di Zucchetti, mostrando come anche in un’azienda strutturata sia possibile creare spazi per la creatività, per la responsabilità sociale, per un’alleanza reale tra giovani e adulti.

Giovani in ascolto: scettici, attivi, rassegnati, ma presenti

Ma forse il momento più potente è arrivato dopo il seminario ufficiale. Quando, usciti dalla sala, decine di giovani si sono fermati a discutere, porre domande, raccontare storie personali. Alcuni erano entusiasti, già pronti a proporre idee e percorsi. Altri esprimevano scetticismo, disillusione, perfino rassegnazione. Ma tutti, nessuno escluso, avevano dentro il desiderio di conoscere.

È questa la scintilla che vale più di mille slide: vedere che, anche dove il sistema educativo e lavorativo spesso delude, la fame di senso è viva, e può essere accesa da una parola giusta, un esempio vero, una visione credibile.

Una proposta concreta: un centro BRIA a Lodi

Da qui, nasce una riflessione che voglio trasformare in proposta concreta. Lodi merita di più. Merita un luogo stabile, permanente, dove il pensiero si faccia azione. Secondo me, qui potrebbe nascere un centro di ricerca BRIA della Fondazione Olitec, un polo formativo e sperimentale dedicato alle tecnologie emergenti – bioinformatica, realtà immersiva, intelligenza artificiale – che non sia calato dall’alto ma cresca dal tessuto vivo della città, dai suoi giovani, dalle sue scuole, dalle sue imprese.

Perché il materiale umano c’è. Lo abbiamo visto, ascoltato, toccato con mano. Serve solo il coraggio di crederci. E un piccolo passo istituzionale, organizzativo, visionario.

Conclusione: costruire insieme il tempo che verrà

Il seminario di ieri sera non è stato solo un evento, ma una micro-narrazione di un’Italia possibile: quella che ascolta, che propone, che non ha paura delle sfide. Un’Italia che capisce che per restare al passo con il mondo, l’Europa deve essere un soggetto protagonista nella definizione delle tecnologie, non solo nel loro consumo. Che senza autonomia digitale, formativa, produttiva, saremo sempre subalterni a potenze lontane.

Ma se decidiamo di rimettere al centro l’intelligenza collettiva, l’educazione integrale, la capacità di immaginare mondi diversi, allora nessuna periferia è troppo lontana, nessuna provincia troppo piccola.

Grazie a Lodi Liberale per aver reso possibile questo momento. Grazie a Victoria Leoni e Giovanni Mocchi per la profondità dei loro interventi. E grazie a tutti i ragazzi e le ragazze che hanno portato con sé domande, dubbi, speranze.

Il cambiamento comincia dove si ha il coraggio di mettere insieme tecnologia e umanità. Ieri, a Lodi, lo abbiamo fatto. Ora tocca a noi non lasciar cadere quella scintilla.