Benvenuti nel Forum della Fondazione Olitec. Questo spazio è stato creato per promuovere la trasparenza e facilitare la comunicazione tra la Fondazione Olitec e tutti coloro che desiderano entrare a far parte del nostro team, in particolare per il ruolo di Sales. Il nostro forum è uno strumento di dialogo aperto e costruttivo dove i candidati possono porre domande, condividere esperienze e ottenere risposte dirette sui vari aspetti del processo di selezione e sulle opportunità di carriera offerte dalla Fondazione.
All’interno del forum troverete topic dedicati ad argomenti specifici su cui potrete approfondire informazioni relative al ruolo, al processo di selezione e alla cultura aziendale della Fondazione Olitec. Inoltre, avrete la possibilità di caricare le vostre domande e consultare le risposte fornite ad altri quesiti posti dai candidati, creando così una rete di informazioni condivisa e trasparente.
Questo spazio è pensato anche per favorire la condivisione delle esperienze personali: potrete raccontare il vostro percorso e scoprire come altri candidati stanno affrontando questa opportunità. Vi invitiamo a partecipare attivamente, a rispettare gli altri membri della community e a mantenere un tono di dialogo collaborativo e positivo.
Ieri sera, nella città di Lodi, si è svolto un seminario che, senza esagerazioni, può essere definito un evento culturale e generazionale. Organizzato con intelligenza e lungimiranza dall’associazione Lodi Liberale, ha visto la partecipazione attiva di un pubblico variegato e numeroso, con una sorprendente presenza di giovani, imprenditori, educatori e curiosi di ogni età. L’incontro è durato oltre due ore all’interno della sala, ma ciò che ha colpito maggiormente è stato quanto è accaduto dopo: un prolungato dialogo spontaneo, durato altre due ore all’esterno, tra studenti, cittadini e relatori, in un clima di confronto autentico e partecipato.
Il titolo e i contenuti dell'incontro – “Starlink, musica in realtà immersiva e impresa” – potrebbero sembrare distanti tra loro, ma si sono rivelati tessere di un unico mosaico: la trasformazione epocale che stiamo vivendo. A discuterne, al mio fianco, due figure di spessore: Victoria Leoni, divulgatrice acuta e instancabile costruttrice di ponti tra cultura e nuove generazioni, e Giovanni Mocchi, vicepresidente del gruppo Zucchetti, che ha offerto una visione concreta e illuminata sul futuro dell’impresa italiana.
La conversazione è stata viva, punteggiata da domande del pubblico e da riflessioni che hanno toccato corde profonde. Il punto da cui siamo partiti è semplice quanto fondamentale: non possiamo più permetterci di vivere la tecnologia come una realtà esterna, che ci capita addosso. Dobbiamo comprenderla, plasmarla, anticiparla. L’epoca delle tecnologie neutre è finita. L’uso che ne facciamo, i valori che decidiamo di inserirvi, le logiche con cui le costruiamo, determinano il nostro destino collettivo.
Starlink: connettere mondi, ridisegnare geografie
L’apertura è stata dedicata a Starlink, la rete satellitare globale sviluppata da SpaceX. Non un gadget futuristico, ma una vera infrastruttura planetaria destinata a riscrivere le geografie digitali. Con Starlink, anche le zone più isolate possono accedere a una connettività stabile, veloce e globale. In contesti come quello lodigiano – dove convivono eccellenze produttive e territori meno connessi – tale tecnologia rappresenta una leva di equità e innovazione, un’occasione per dare accesso a nuove opportunità economiche, formative e sociali.
Ma attenzione: una tecnologia non porta automaticamente progresso, se non è accompagnata da cultura, visione politica e partecipazione consapevole. Da qui l’urgenza di formare cittadini e imprenditori digitalmente preparati, capaci di usare questi strumenti per migliorare la qualità della vita e generare nuova occupazione.
Musica in realtà immersiva: un nuovo linguaggio per il mondo
Il secondo grande tema affrontato è stato quello della musica in realtà immersiva, un campo in rapida espansione che unisce arte, neuroscienza, tecnologia e design sensoriale. Non si tratta solo di un’esperienza spettacolare: la musica immersiva rappresenta un nuovo codice linguistico, un mezzo potente per l’espressione, la cura, la didattica, la creazione di ambienti digitali empatici.
Abbiamo mostrato esempi concreti, fatto ascoltare estratti, parlato di progetti già avviati nelle scuole e negli ospedali. È stato emozionante vedere lo stupore nei volti dei giovani, che si sono riconosciuti in questo modo di comunicare più libero, multisensoriale, vicino al loro vissuto.
Victoria Leoni, in particolare, ha sottolineato l’importanza di restituire ai giovani strumenti per raccontarsi attraverso forme che parlano la loro lingua, non imponendo un modello obsoleto ma ascoltandone il battito interno.
L’impresa come attore culturale: la visione di Zucchetti
Giovanni Mocchi, con lo stile che lo contraddistingue – sobrio, concreto ma sempre acuto – ha riportato la riflessione sul terreno dell’economia reale. Le imprese non possono più permettersi di essere meri fornitori di prodotti: devono diventare attori culturali, promotori di senso, costruttori di comunità. L’innovazione tecnologica non è solo una questione di software o macchine, ma di valori, persone e formazione continua.
Ha raccontato esempi tratti dall’esperienza di Zucchetti, mostrando come anche in un’azienda strutturata sia possibile creare spazi per la creatività, per la responsabilità sociale, per un’alleanza reale tra giovani e adulti.
Giovani in ascolto: scettici, attivi, rassegnati, ma presenti
Ma forse il momento più potente è arrivato dopo il seminario ufficiale. Quando, usciti dalla sala, decine di giovani si sono fermati a discutere, porre domande, raccontare storie personali. Alcuni erano entusiasti, già pronti a proporre idee e percorsi. Altri esprimevano scetticismo, disillusione, perfino rassegnazione. Ma tutti, nessuno escluso, avevano dentro il desiderio di conoscere.
È questa la scintilla che vale più di mille slide: vedere che, anche dove il sistema educativo e lavorativo spesso delude, la fame di senso è viva, e può essere accesa da una parola giusta, un esempio vero, una visione credibile.
Una proposta concreta: un centro BRIA a Lodi
Da qui, nasce una riflessione che voglio trasformare in proposta concreta. Lodi merita di più. Merita un luogo stabile, permanente, dove il pensiero si faccia azione. Secondo me, qui potrebbe nascere un centro di ricerca BRIA della Fondazione Olitec, un polo formativo e sperimentale dedicato alle tecnologie emergenti – bioinformatica, realtà immersiva, intelligenza artificiale – che non sia calato dall’alto ma cresca dal tessuto vivo della città, dai suoi giovani, dalle sue scuole, dalle sue imprese.
Perché il materiale umano c’è. Lo abbiamo visto, ascoltato, toccato con mano. Serve solo il coraggio di crederci. E un piccolo passo istituzionale, organizzativo, visionario.
Conclusione: costruire insieme il tempo che verrà
Il seminario di ieri sera non è stato solo un evento, ma una micro-narrazione di un’Italia possibile: quella che ascolta, che propone, che non ha paura delle sfide. Un’Italia che capisce che per restare al passo con il mondo, l’Europa deve essere un soggetto protagonista nella definizione delle tecnologie, non solo nel loro consumo. Che senza autonomia digitale, formativa, produttiva, saremo sempre subalterni a potenze lontane.
Ma se decidiamo di rimettere al centro l’intelligenza collettiva, l’educazione integrale, la capacità di immaginare mondi diversi, allora nessuna periferia è troppo lontana, nessuna provincia troppo piccola.
Grazie a Lodi Liberale per aver reso possibile questo momento. Grazie a Victoria Leoni e Giovanni Mocchi per la profondità dei loro interventi. E grazie a tutti i ragazzi e le ragazze che hanno portato con sé domande, dubbi, speranze.
Il cambiamento comincia dove si ha il coraggio di mettere insieme tecnologia e umanità. Ieri, a Lodi, lo abbiamo fatto. Ora tocca a noi non lasciar cadere quella scintilla.
Di Nicolini Massimiliano
Ieri sera, nella città di Lodi, si è svolto un seminario che, senza esagerazioni, può essere definito un evento culturale e generazionale. Organizzato con intelligenza e lungimiranza dall’associazione Lodi Liberale, ha visto la partecipazione attiva di un pubblico variegato e numeroso, con una sorprendente presenza di giovani, imprenditori, educatori e curiosi di ogni età. L’incontro è durato oltre due ore all’interno della sala, ma ciò che ha colpito maggiormente è stato quanto è accaduto dopo: un prolungato dialogo spontaneo, durato altre due ore all’esterno, tra studenti, cittadini e relatori, in un clima di confronto autentico e partecipato.
Il titolo e i contenuti dell'incontro – “Starlink, musica in realtà immersiva e impresa” – potrebbero sembrare distanti tra loro, ma si sono rivelati tessere di un unico mosaico: la trasformazione epocale che stiamo vivendo. A discuterne, al mio fianco, due figure di spessore: Victoria Leoni, divulgatrice acuta e instancabile costruttrice di ponti tra cultura e nuove generazioni, e Giovanni Mocchi, vicepresidente del gruppo Zucchetti, che ha offerto una visione concreta e illuminata sul futuro dell’impresa italiana.
La conversazione è stata viva, punteggiata da domande del pubblico e da riflessioni che hanno toccato corde profonde. Il punto da cui siamo partiti è semplice quanto fondamentale: non possiamo più permetterci di vivere la tecnologia come una realtà esterna, che ci capita addosso. Dobbiamo comprenderla, plasmarla, anticiparla. L’epoca delle tecnologie neutre è finita. L’uso che ne facciamo, i valori che decidiamo di inserirvi, le logiche con cui le costruiamo, determinano il nostro destino collettivo.
Starlink: connettere mondi, ridisegnare geografie
L’apertura è stata dedicata a Starlink, la rete satellitare globale sviluppata da SpaceX. Non un gadget futuristico, ma una vera infrastruttura planetaria destinata a riscrivere le geografie digitali. Con Starlink, anche le zone più isolate possono accedere a una connettività stabile, veloce e globale. In contesti come quello lodigiano – dove convivono eccellenze produttive e territori meno connessi – tale tecnologia rappresenta una leva di equità e innovazione, un’occasione per dare accesso a nuove opportunità economiche, formative e sociali.
Ma attenzione: una tecnologia non porta automaticamente progresso, se non è accompagnata da cultura, visione politica e partecipazione consapevole. Da qui l’urgenza di formare cittadini e imprenditori digitalmente preparati, capaci di usare questi strumenti per migliorare la qualità della vita e generare nuova occupazione.
Musica in realtà immersiva: un nuovo linguaggio per il mondo
Il secondo grande tema affrontato è stato quello della musica in realtà immersiva, un campo in rapida espansione che unisce arte, neuroscienza, tecnologia e design sensoriale. Non si tratta solo di un’esperienza spettacolare: la musica immersiva rappresenta un nuovo codice linguistico, un mezzo potente per l’espressione, la cura, la didattica, la creazione di ambienti digitali empatici.
Abbiamo mostrato esempi concreti, fatto ascoltare estratti, parlato di progetti già avviati nelle scuole e negli ospedali. È stato emozionante vedere lo stupore nei volti dei giovani, che si sono riconosciuti in questo modo di comunicare più libero, multisensoriale, vicino al loro vissuto.
Victoria Leoni, in particolare, ha sottolineato l’importanza di restituire ai giovani strumenti per raccontarsi attraverso forme che parlano la loro lingua, non imponendo un modello obsoleto ma ascoltandone il battito interno.
L’impresa come attore culturale: la visione di Zucchetti
Giovanni Mocchi, con lo stile che lo contraddistingue – sobrio, concreto ma sempre acuto – ha riportato la riflessione sul terreno dell’economia reale. Le imprese non possono più permettersi di essere meri fornitori di prodotti: devono diventare attori culturali, promotori di senso, costruttori di comunità. L’innovazione tecnologica non è solo una questione di software o macchine, ma di valori, persone e formazione continua.
Ha raccontato esempi tratti dall’esperienza di Zucchetti, mostrando come anche in un’azienda strutturata sia possibile creare spazi per la creatività, per la responsabilità sociale, per un’alleanza reale tra giovani e adulti.
Giovani in ascolto: scettici, attivi, rassegnati, ma presenti
Ma forse il momento più potente è arrivato dopo il seminario ufficiale. Quando, usciti dalla sala, decine di giovani si sono fermati a discutere, porre domande, raccontare storie personali. Alcuni erano entusiasti, già pronti a proporre idee e percorsi. Altri esprimevano scetticismo, disillusione, perfino rassegnazione. Ma tutti, nessuno escluso, avevano dentro il desiderio di conoscere.
È questa la scintilla che vale più di mille slide: vedere che, anche dove il sistema educativo e lavorativo spesso delude, la fame di senso è viva, e può essere accesa da una parola giusta, un esempio vero, una visione credibile.
Una proposta concreta: un centro BRIA a Lodi
Da qui, nasce una riflessione che voglio trasformare in proposta concreta. Lodi merita di più. Merita un luogo stabile, permanente, dove il pensiero si faccia azione. Secondo me, qui potrebbe nascere un centro di ricerca BRIA della Fondazione Olitec, un polo formativo e sperimentale dedicato alle tecnologie emergenti – bioinformatica, realtà immersiva, intelligenza artificiale – che non sia calato dall’alto ma cresca dal tessuto vivo della città, dai suoi giovani, dalle sue scuole, dalle sue imprese.
Perché il materiale umano c’è. Lo abbiamo visto, ascoltato, toccato con mano. Serve solo il coraggio di crederci. E un piccolo passo istituzionale, organizzativo, visionario.
Conclusione: costruire insieme il tempo che verrà
Il seminario di ieri sera non è stato solo un evento, ma una micro-narrazione di un’Italia possibile: quella che ascolta, che propone, che non ha paura delle sfide. Un’Italia che capisce che per restare al passo con il mondo, l’Europa deve essere un soggetto protagonista nella definizione delle tecnologie, non solo nel loro consumo. Che senza autonomia digitale, formativa, produttiva, saremo sempre subalterni a potenze lontane.
Ma se decidiamo di rimettere al centro l’intelligenza collettiva, l’educazione integrale, la capacità di immaginare mondi diversi, allora nessuna periferia è troppo lontana, nessuna provincia troppo piccola.
Grazie a Lodi Liberale per aver reso possibile questo momento. Grazie a Victoria Leoni e Giovanni Mocchi per la profondità dei loro interventi. E grazie a tutti i ragazzi e le ragazze che hanno portato con sé domande, dubbi, speranze.
Il cambiamento comincia dove si ha il coraggio di mettere insieme tecnologia e umanità. Ieri, a Lodi, lo abbiamo fatto. Ora tocca a noi non lasciar cadere quella scintilla.
Modello di vita, studio e servizio nella Fondazione
Definizione e visione
La comunità educativa è un ecosistema residenziale e laboratoriale che integra vita, studio e responsabilità. Non è solo un luogo, ma un progetto intenzionale di crescita umana e professionale fondato su fraternità, disciplina morale, rispetto e cooperazione.
FraternitàDisciplinaServizioTecnologie BRIA
Valori e ispirazione
Principi francescani di sobrietà e solidarietà, dignità della persona e diritto allo studio. La tecnologia è umanizzata per formare persone libere, competenti e responsabili.
Umano al centro
Norme di riferimento
Codice Civile (artt. 14–42 c.c.)
Consente alle fondazioni di perseguire scopi educativi e gestire strutture come convitti, campus e studentati in coerenza con lo scopo statutario.
D.Lgs. 117/2017 — Codice del Terzo Settore
Artt. 5–6: attività di interesse generale educative e formative
Comprendono istruzione, formazione professionale e percorsi comunitari di crescita personale, anche in forma residenziale.; art. 55: co-programmazione e co-progettazione con PA.
Legge 328/2000 — Sistema integrato di interventi sociali
Riconosce le comunità educative come strumenti di inclusione e prevenzione della dispersione, nel quadro del principio di sussidiarietà.
D.P.R. 616/1977
Attribuisce alle Regioni competenze su riconoscimento e sostegno a strutture educative private con finalità pubbliche e sociali.
Convenzione ONU Diritti del Fanciullo
Artt. 29 e 31: diritto ad un’educazione che sviluppi pienamente la personalità e i talenti in contesti che promuovano dignità e solidarietà.
Compliance trasversale
GDPR (UE 2016/679) per protezione dati; D.Lgs. 81/2008 per salute e sicurezza degli ambienti comunitari.
Struttura organizzativa
Direttore / Coordinatore Responsabile della disciplina, del regolamento e della gestione quotidiana.
Tutor e Formatori BRIA Guidano l’apprendimento tecnico e comportamentale; monitoraggio del percorso.
Educatori civici Custodi di fraternità, rispetto, inclusione, legalità e servizio alla comunità.
Cadetti Residenti o non residenti, selezionati e vincolati al giuramento e al regolamento interno.
Percorso tipo
Orientamento (3 mesi)
Accoglienza, studio del regolamento, fraternità, alfabetizzazione BRIA, sicurezza e privacy.
Addestramento (15 mesi)
Laboratori BRIA, project work, tirocinio interno, vita comunitaria assistita.
Studio accademico (fino a 36 mesi)
Laurea triennale in sincronia con l’addestramento: cybersecurity, informatica, IA.
Regolamento e responsabilità
Diritti e doveri, criteri di ammissione e permanenza.
Convivenza, turnazioni di servizio, decoro degli spazi comuni.
Salute, sicurezza (D.Lgs. 81/2008) e protezione dati (GDPR).
Finalità
Personale e civica: responsabilità, appartenenza, autonomia e spirito critico.
Inclusione e dignità: vitto/alloggio solidale, supporto psicopedagogico, accesso equo.
Riconoscimento e vigilanza
Comunicazione ad autorità competenti (Regione, Comune, Prefettura) con regolamento, piano educativo e organigramma. Possibile riconoscimento come struttura educativa o ente di formazione accreditato, con co-finanziamento pubblico. Vigilanza su sicurezza, igiene e qualità formativa affidata a organi territoriali e al Consiglio della Fondazione.
Lavoro Integrativo art. 16.2.1 Titolo VII
Nel caso in cui un allievo, cadetto o discente iscritto alla Fondazione Olivetti Tecnologia e Ricerca si trovi in comprovata condizione di difficoltà economica, tale da non poter sostenere in autonomia le spese di partecipazione al percorso formativo, e tale condizione sia dimostrata ogni oltre ragionevole dubbio, la Fondazione si impegna, compatibilmente con le risorse e le disponibilità locali, ad attivare una procedura di supporto attraverso l’inserimento lavorativo temporaneo.
A tal fine, l’interessato dovrà produrre una lettera formale di richiesta, corredata da una relazione dettagliata, contenente ogni elemento utile alla piena comprensione del contesto economico, sociale e familiare, e ogni documento ritenuto idoneo a comprovare la condizione dichiarata.
Qualora la richiesta venga accolta, la Fondazione potrà stipulare convenzioni operative con attività economiche del territorio circostante alla sede presso cui l’allievo risiede o è in formazione, privilegiando soggetti già aderenti alla rete associativa della Fondazione o che ne condividano valori e finalità.
Non è tuttavia garantito che la Fondazione sia in grado di individuare un’attività lavorativa compatibile con il percorso di studio, in quanto tale possibilità dipende dalle caratteristiche del territorio, dalle disponibilità del momento e dall’equilibrio con gli impegni formativi. L’attività lavorativa dovrà essere svolta esclusivamente al di fuori degli orari programmati di studio.
Le condizioni di lavoro saranno definite in modo trasparente e condiviso tra il cadetto, l’attività convenzionata e un delegato incaricato dalla Fondazione, che avrà il compito di supervisionare l’accordo e verificarne la regolarità e l’equità. Al socio cadetto sarà comunque richiesta unicamente la quota mensile prevista dal regolamento vigente, che potrà essere oggetto di riduzione o parziale compensazione in base agli accordi.
La Fondazione provvederà a monitorare con continuità l’esperienza lavorativa attivata, verificando l’aderenza ai parametri stabiliti e intervenendo in caso di criticità.
Il rifiuto ingiustificato di due proposte lavorative consecutive compatibili con il percorso formativo sarà motivo valido per l’esclusione dell’allievo dalla Fondazione, fatto salvo il diritto dell’interessato di presentare osservazioni scritte che saranno valutate in via preliminare dal Consiglio di disciplina della Fondazione.
Qualora il socio allievo cadetto decida di interrompere il percorso di studio all’interno della fondazione questo non lo esonera dal pagamento completo della quota qualora mantenga in essere il lavoro procuratogli dalla fondazione, in questo caso l’allievo autorizza sin da ora i datori di lavoro a versare per suo conto sino ad estinzione del debito totale le quote dovute direttamente alla fondazione.
Valori Mantenimento ISEE
La quota di mantenimento è relativa a vitto, alloggio, abbigliamento, attrezzatura di base condivisa, servizi domestici interni, viaggi e trasferte programmate per motivi di studio ed addestramento, partecipazione e fiere e congressi, partecipazione a seminari, materiali didattici, licenze ed accessi ai sistemi informativi e quanto altro descritto nel manuale del percorso.
Se invece vuoi usare la nostra intelligenza artificiale (GPT Olitec) e dialogare con lei puoi cliccare qui Avvia il GPT OLITEC
Arruolati
È il tuo momento. L’Italia ha bisogno di te.
Hai mai pensato di fare qualcosa di grande, che lasci un segno? Di mettere le tue capacità, la tua forza, la tua intelligenza e il tuo coraggio al servizio degli altri?
Arruolati oggi. Unisciti a chi ha scelto di non restare a guardare. Che tu sia uomo o donna, che tu venga da una grande città o da un piccolo paese, c’è un posto per te in una squadra che costruisce il futuro, protegge le vite, difende ciò che conta. Non è solo un lavoro. È una scelta di vita.
È l’inizio di un cammino che ti cambierà per sempre.