AFF Quinto Capitolo


L’Associazione Formazione Francescana Quinto Capitolo nasce per onorare la volontà di Giovanni Nicolini per aiutare le persone che vogliono intraprendere un percorso di studio in materie complesse della tecnologia ad avere anche il supporto umano e pratico per il vivere quotidiano. L’associazione fonda il suo spirito principale sull’aiuto a quei giovani e meno giovani che desiderano ardentemente entrare o rientrare nel mondo del lavoro con competenze eccellenti ma che, magari per causa di interruzioni di percorso nella loro vita, non hanno la possibilità economica e sociale di potersi dedicare ad inseguire questo sogno.

La visione di Massimiliano Nicolini, promotore e guida spirituale delle attività dell’Associazione, è quella di un’educazione che non separa mai il sapere dal saper essere. Secondo Nicolini, la formazione tecnica e scientifica, per quanto avanzata, non può prescindere da una dimensione umana profonda, da una cura costante della dignità personale e dal rispetto delle fragilità che ciascuno porta con sé. La tecnologia, nelle sue espressioni più sofisticate – come l’intelligenza artificiale, la realtà immersiva e la bioinformatica – non è per Nicolini un fine, ma un mezzo per restituire possibilità, per curare le ferite invisibili lasciate dalle disuguaglianze sociali, dall’abbandono scolastico, dalla perdita del lavoro o da eventi traumatici che hanno deviato il cammino delle persone.

Nella sua concezione, l’Associazione non deve mai essere un semplice ente erogatore di corsi, ma un luogo di accoglienza, di ascolto e di rinascita. Ogni persona che bussa alla porta del Quinto Capitolo non viene valutata per il proprio curriculum, ma per il fuoco interiore che ancora arde e che chiede solo di essere alimentato. Nicolini immagina un modello in cui chi ha perso fiducia in sé stesso possa trovare nella fraternità francescana e nella concretezza del lavoro una nuova ragione per rialzarsi e costruire un futuro dignitoso, non solo economicamente, ma anche spiritualmente e socialmente.

Il Quinto Capitolo, nella sua interpretazione, è il capitolo della vita che arriva quando tutto sembra finito: è la pagina bianca dopo la disfatta, è l’inizio di un nuovo racconto scritto con mani tremanti ma ancora capaci di creare. Per questo, l’associazione mette a disposizione non solo percorsi di alta formazione tecnica gratuiti, ma anche pasti, alloggi, tutoraggi individuali, supporto psicologico e accompagnamento lavorativo, proprio per ridare respiro e continuità a chi ha bisogno di una seconda – o terza – occasione.

In sintesi, la visione di Nicolini si fonda sull’idea che la conoscenza più nobile non sia quella che si accumula, ma quella che si condivide. E che nessuna innovazione abbia davvero valore se non può essere messa al servizio di chi ne ha più bisogno.

L’associazione si impegna attivamente per facilitare l’inserimento lavorativo dei propri allievi, grazie all’aiuto dei propri benefattori, imprenditori illuminati che guidano le nuove leve nell’approccio al lavoro. 

Questo impegno riflette la convinzione che ogni individuo abbia il diritto di avere un lavoro dignitoso e di contribuire alla società con le proprie competenze.

L’associazione è parte integrante del progetto educativo della Fondazione Olitec e con essa opera in simbiosi dando quanto di necessità in ambito umano e sociale.

“AFF Quinto Capitolo” non solo offre ospitalità e formazione generale, ma organizza anche specifici percorsi di formazione in bioinformatica, realtà immersiva e iA in collaborazione con la Fondazione Olitec. Questi percorsi sono progettati per fornire agli allievi le competenze necessarie per inserirsi nel sempre più richiesto mondo del lavoro nel campo della bioinformatica.

In “AFF Quinto Capitolo”, crediamo nel potere dell’educazione e dell’ospitalità come strumenti per il cambiamento positivo. Attraverso i nostri sforzi, speriamo di fare la differenza nella vita delle persone, fornendo loro le risorse e il sostegno di cui hanno bisogno per prosperare. La nostra associazione è un luogo dove l’umanità, la formazione e l’opportunità si incontrano per creare un futuro migliore per tutti.


Il manifesto ispiratore

Negli anni i fondatori hanno avuto modo di condividere la loro vita con quella delle fraternità francescane in un percorso di condivisione e di crescita umana, da questo ne nasce la scelta del principio ispiratore, ovvero il Quinto Capitolo della Regola Francescana che riguarda il lavoro. L’associazione non opera come ordine religioso o come attività evangelica ma si ispira nel lavoro ai principi del buon vivere scritti oltre ottocento anni fa da S. Francesco D’Assisi.

Capitolo V della regola di San Francesco – Novembre 1223

Quei frati ai quali il Signore ha concesso la grazia di lavorare, lavorino con fedeltà e con devozione, così che, allontanato l’ozio, nemico dell’anima, non spengano lo spirito della santa orazione e devozione al quale devono servire tutte le altre cose temporali . Come ricompensa del lavoro per se e per i loro frati ricevano le cose necessarie al corpo, eccetto denari o pecunia, e questo umilmente, come conviene a servi di Dio e a seguaci della santissima povertà.

Frate deriva dalla parola latina frater, ‘fratello’, ed è come fratelli che questi religiosi vivevano, in un clima di fratellanza e comunione tra loro e con le persone che aiutavano; nello stesso spirito ma i modo laico i fratelli digitali dell’AFF ispirano le loro vite.

Fra l’altro è da notare come l’aspetto del lavoro sia ripreso anche nel testamente di S.Francesco, unico argomento che ritroviamo sia nella regola che nelle sue ultime volontà quasi a significare che proprio questo aspetto della vita fosse realmente centrale nell’esistenza umana de fratelli.

Testamento di San Francesco D’Assisi – Settembre 1226

E voglio fermamente che tutti gli altri frati lavorino di un lavoro quale si conviene all’onestà. Coloro che non sanno, imparino, non per la cupidigia di ricevere la ricompensa del lavoro, ma per dare l’esempio e tener lontano l’ozio. Quando poi non ci fosse data la ricompensa del lavoro, ricorriamo alla mensa del Signore, chiedendo l’elemosina di porta in porta. Il Signore mi rivelò che dicessimo questo saluto: Il Signore ti dia la pace!


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