Di Samina Sayeda

Il 17 novembre, nella Sala della Protomoteca dei Musei Capitolini, si è svolto l’evento L’Italia del Teorema di Assisi e la sfida dell’energia del dato, organizzato da Riccardo Pilat e dalla sua organizzazione. Un incontro dedicato al rapporto tra tecnologia, etica e collaborazione. Ad aprire il convegno è stato Massimiliano Nicolini, ricercatore bioinformatico e direttore del Dipartimento Ricerca e Sviluppo della Fondazione Olitec.
Nicolini ha spiegato come un singolo impulso elettrico possa avere un potere enorme: può cancellare la memoria digitale di un’intera città oppure rappresentare la salvezza per una persona senza speranza. Questa immagine ha reso evidente quanto la tecnologia sia oggi strettamente legata alla vita quotidiana e quanto richieda responsabilità. Tra i concetti più sorprendenti emersi, la misurazione del peso fisico di un bit, pari a 1,11 x 10^(-25)g e ~1,11×10^(-28)kg. Una scoperta che permette di calcolare il consumo energetico reale di ogni attività digitale, dall’invio di un messaggio all’uso di una semplice applicazione. Da qui nasce l’idea di introdurre, un domani, una vera e propria “etichetta energetica” dei software, per rendere la tecnologia più trasparente e sostenibile.

Nel suo intervento introduttivo, Nicolini ha presentato anche il Teorema di Assisi, una visione che invita a superare la competizione a favore della collaborazione. Secondo questa idea, competere significa dividere e consumare energie preziose, mentre collaborare permette di unire forze e capacità. È un passaggio cruciale in un momento storico in cui i grandi monopoli tecnologici internazionali si rafforzano sempre di più. Per l’Italia, ha spiegato, non è possibile affrontare queste sfide da soli: servono alleanze, cooperazione e una reale unione di intenti per difendere la sovranità digitale, la dignità del dato e la libertà di pensiero.
Uno dei momenti più sentiti del suo discorso è stato dedicato all’amicizia, ripresa dal concetto greco di filia. Nicolini l’ha descritta come una forza stabile, che sorregge la giustizia e permette alle persone di lavorare insieme. Ha raccontato la storia di un padre che organizza la festa di compleanno del figlio e scopre che solo pochi amici veri si presentano davvero. Un’immagine semplice, che mostra come nella vita, così come nella scienza e nella tecnologia, non conti il numero di persone che dicono di esserci, ma la qualità di chi rimane nei momenti importanti.
Il convegno è stato poi arricchito dagli interventi di numerosi relatori provenienti da ambiti diversi ma uniti dalla convinzione che l’innovazione debba essere sostenuta da valori condivisi. Tra loro, Claudia Levi-Montalcini che è Vice Presidente della Levi-Foundation, Madre Immacolata Lauceri Superiora generale delle missionarie Catechiste di Gesù redentore, l’Imam Nader Akkad Imam di grande moschea a Roma, Laura Blaso, Pau Guardiola , Gaetano Di Bello, Antonio Ballarin, Marco Casasanta e Paolo Dal Checco, collegato da remoto e molte altre. Le loro riflessioni, diverse per prospettiva e provenienza, hanno mostrato come la tecnologia non possa essere considerata solo un insieme di algoritmi, ma uno strumento che deve essere guidato da responsabilità, etica e attenzione verso le persone.

L’evento è stato potenziato anche da un messaggio speciale: una lettera inviata dal Viceministro, che ha espresso il suo sostegno e condiviso riflessioni sul Teorema di Assisi, sottolineando l’importanza di educare i giovani alla collaborazione, alla responsabilità e all’etica nell’uso della tecnologia.

Molti interventi hanno sottolineato come la tecnologia debba essere al servizio della società, e non un mezzo per mostrare superiorità o alimentare conflitti. In questo senso, l’idea della conciliazione algoritmica proposta da Nicolini apre un nuovo modo di pensare all’innovazione: usare gli algoritmi non per dividere, ma per facilitare il dialogo, la comprensione e la cooperazione. È una visione che può diventare realtà solo se alla base ci sono disciplina, dedizione e senso civico. Valori che fanno parte della cultura della Fondazione Olitec, dove molte figure provengono dalle forze armate e portano con sé un forte senso del dovere e della fedeltà istituzionale.
L’evento ai Musei Capitolini ha mostrato l’immagine di un’Italia che non si limita a sviluppare tecnologia, ma che desidera comprenderla e orientarla verso il bene comune. Un’Italia che crede nella collaborazione, nella sovranità digitale e nella necessità di unire persone e competenze diverse. Il Teorema di Assisi, così come presentato da Nicolini, diventa quindi più di una teoria: è una direzione per il futuro. Un invito a trasformare l’energia del dato in un’energia che costruisce, che unisce e che mette al centro la dignità umana.
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